Foto: MMC RTV SLO/EPA
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L'importanza dell'adesione della Slovenia al Patto ONU è stata sottolineata durante l'incontro che ha visto impegnati i presidenti della repubblica, Pahor, del governo, Šarec, del Parlamento, Židan e del Consiglio di Stato, Kovšca. Un documento, è stato detto, che andava approvato Evidenziato, come detto da Pahor, che la Slovenia resta un paese sicuro, il Patto ONU non la mette assolutamente a rischio. Siamo un paese piccolo, e' stato ancora sottolineato durante il vertice, ma molto importante per la posizione geopolitica e deve poter contare sul multi-lateralismo, da cui ne consegue la necessita' di aderire alla Dichiarazione di Marrakech. Il premier Šarec si aspetta ancora polemiche; se pero' la Slovenia e' un paese che vuole collaborare e risolvere assieme ad altri un problema, come quello delle migrazioni, non puo' rimanere chiusa in un proprio mondo. Per il presidente del Parlamento, Židan, le emergenze migratorie non si possono contrastare erigendo muri, bensi vanno risolte laddove hanno avuto origine. Secondo il ministro degli esteri Cerar la conferma del Patto ONU sui migranti ha garantito il superamento dei tentativi da parte delle forze populiste ed estresmiste, di incutere paura. Un accordo che portera' elementi positivi; in ogni caso, ha detto Cerar, bisognera' sempre impegnarsi, anche a livello nazionale, per contrastare le migrazioni clandestine. Intanto, Piazza della Repubblica a Lubiana e' stata teatro di proteste, organizzate da gruppi contrari al Patto ONU sui migranti. Da 200 a 250 le persone che vi hanno aderito. Bloccato anche l'ingresso al Parlamento. In piazza pure manifestanti con gilet gialli come quelli in Francia. A mezzogiorno si era svolta anche una manifestazione pacifica dei sindacati, per ricordare che i diritti dei lavoratori sono parte integrante dei diritti umani; una delegazione e' stata ricevuta dal presidente del Parlamento, Židan.