Sin dalla mattinata era chiaro che la curva dei contagi in Croazia anche oggi sarebbe salita. Infatti i dati inviati dai comandi di crisi regionali indicavano un numero oltre 200 e nel pomeriggio il comando nazionale tirando le somme ha precisato che sono esattamente 208, nuovo record dopo i 180 casi di ieri. Si registrano altri due decessi. Ben 77 casi nella regione Spalatino - dalmata, poi Zagabria con 50 casi, quindi la regione di Sebenico - Knin con 13. Di molto staccata la regione Litoraneo - montana con 5, tutti contagiati in Dalmazia. L'Istria è a quota 3. Come precisato all'incontro stampa del comando di crisi nazionale, la maggioranza degli infettati sono giovani, l'età media è di 31 anni, e i sintomi sono per lo più lievi. Però preoccupa il fatto, è stato detto, che a casa sono a contatto con persone anziane e a rischio. I due terzi dei casi, hanno avuto origine nei ritrovi notturni di Zagabria e della Dalmazia e per questo motivo e' stato limitato il loro orario di apertura alla mezzanotte. A questa limitazione di gestori di una decina di locali hanno annunciato che saranno costretti a chiuderli e a licenziare parte del personale.
L'Austria intanto raccomanda ai suoi cittadini di evitare i viaggi in Croazia e a quelli che già ci sono di tornare a casa quanto prima. Ora si temono grossi danni per il turismo. Gli operatori del settore dell'Istria e del Quarnero sollecitano una differenziazione o divisione delle due regioni dal resto della Croazia in seguito al livello dei contagi che rimane sempre basso da quelle parti. E ciò soprattutto in riferimento alla ventilata collocazione della Croazia sulla lista rossa da parte della Slovenia. Il Consolato Generale d'Italia a Fiume fa sapere che non ci sono eccezioni per il decreto di Roma sui tamponi obbligatori per chi entra in Italia dalla Croazia e da altri paesi considerati a rischio. Un bel problema dunque per i circa 3.000 lavoratori transfrontalieri istriani occupati in Italia.
Valmer Cusma

Foto: Radio Capodistria
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