Ci ha lasciato troppo presto e non ha scritto moltissimo, ma è stata capace di conquistare tantissimi lettori e critici illustri e ha avuto anche una significativa fortuna internazionale Marisa Madieri, l'autrice di "Verde acqua", libro bellissimo e molto tradotto in cui ha raccontato l'esodo della sua famiglia da Fiume, e l'esistenza precaria vissuta per anni in un campo profughi prima dell'approdo a Trieste. Spagnolo l'autore della biografia appena uscita presso l'editore Aragno, Pedro Luis Ladrón de Guevara, docente di lingua e letteratura italiana all'Università di Murcia. Una biografia "per immagini", ricca di documenti e soprattutto di fotografie inedite, che restituisce con sensibilità i passaggi, le esperienze, i luoghi della vita di Marisa Madieri, dall'infanzia nella sua Fiume alla durezza della vita nel Silos alla maturità - il matrimonio con Claudio Magris, la famiglia, i figli - alla lotta con il male incurabile che l'ha portata via nel 1996, a soli 58 anni. Aveva lo stile discreto, gentile di chi ha sofferto, e della sofferenza propria aveva fatto motivo di gentilezza nei confronti degli altri, così chi l'ha conosciuta ricorda la scrittrice che aveva insegnato nelle scuole e poi, lasciato l'insegnamento, si era dedicata al volontariato: assistenza, per usare parole sue, "a bambini rimasti al mondo, tra tante difficoltà, grazie anche alla solidarietà e all'amicizia degli altri". Un'autrice, la Madieri, che non ha cercato la verità, ma la sincerità. O, come fa notare Ladròn de Guevara, che "non si è interessata tanto ai fatti storici ma all'individuo che è in lei". Che scrive nella convinzione che la sua sia solo una voce, una testimonianza. Marisa Madieri ha raccontato senza astio e senza rancori la storia amara delle sue radici strappate. Continuando a portare Fiume nel cuore, "quel vento delle rive, quei chiaroscuri delle vie, quegli odori un po' putridi del mare", come scriverà nel suo libro più noto.

Ornella Rossetto

Foto da sito wikipedia
Foto da sito wikipedia