La direttrice dell'EMA Emer Cooke
La direttrice dell'EMA Emer Cooke

“La nostra posizione è che i benefici siano comunque di gran lunga superiori rispetto ai rischi, ma stiamo indagando perché i cittadini europei meritano una risposta chiara e scientifica”.
È stata la stessa direttrice esecutiva dell’EMA¸ Emer Cooke, in una conferenza stampa. ad intervenire per dare degli aggiornamenti sulle verifiche sul vaccino AstraZeneca, dopo la decisione della maggior parte degli Stati europei di sospendere la somministrazione.
L’EMA dovrebbe dare un parere ufficiale giovedì, intanto la direttrice conferma che sono in corso indagini sia sui singoli casi, sia sui numeri statistici, ma ha ribadito che si tratta di un vaccino efficace.
L'EMA, ha detto, “sta valutando i dati raccolti in Europa” per verificare “tutti i possibili effetti collaterali” e accertare la sicurezza del vaccino”: al momento “non ci sono evidenze di collegamenti” tra l'insorgenza de casi di trombosi, poche decine su milioni di vaccinati, e la somministrazione del vaccino.
“In Europa Molte migliaia di persone sviluppano trombosi ogni anno – ha spiegato - per cause differenti” e il rapporto rischi-benefici del vaccino AstraZeneca “rimane positivo, stiamo continuando a valutare possibili eventi collaterali”. “Quando si vaccinano milioni di persone – ha aggiunto - non è raro che si abbiano reazioni avverse, il nostro ruolo è valutare che qualsiasi caso sia un reale effetto collaterale o una coincidenza”.
Indagini sono in corso anche su singoli lotti, verificando metodi di produzione e di conservazione.
Cooke non si è sbilanciata su possibili provvedimenti dopo il parere di giovedì: “La situazione è molto dinamica - ha detto - e abbiamo molte opzioni di fronte a noi: la nostra priorità è assicurare che il vaccino possa esser utilizzato dagli europei, e sostenere la fiducia nell’efficacia di vaccini” che "sono e restano la vera soluzione alla pandemia".
L’ultimo stato europeo a sospendere il vaccino AstraZeneca è stata la Svezia, ma ormai in molti stati europei le vaccinazioni del gruppo anglo svedese sono state bloccate, dopo i decessi avvenuti alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino.
I primi paesi a decidere lo stop erano stati, la scorsa settimana, Danimarca, Norvegia e Islanda, seguite da Bulgaria e Irlanda. Poi analoghe decisioni sono stata assunte anche da Olanda. Austria, Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo, ma anche in Germania, Italia, Francia, Spagna, e Portogallo, con la sospensione totale o solo di alcuni lotti. Le ultime a fermare il vaccino sono state, accanto alla Svezia, anche la Slovenia e Cipro, mentre l’Austria ha deciso di continuare.
Tutti sottolineano che si tratta di decisioni precauzionali, prese sulla base di valutazioni politiche più che scientifiche, e che il vaccino è efficace e sicuro, ma la sfiducia verso AstraZeneca, l’azienda che peraltro aveva provocato più problemi nelle forniture all’Europa, si sta ormai diffondendo, e non mancano le rinunce al vaccino in tutto il continente, con il rischio di compromettere la campagna vaccinale che già sta andando a rilento.
Gli eventi si sono verificati in un numero molto limitato di persone, e il numero di eventi complessivi nelle persone vaccinate non sembra essere superiore a quello osservato nella popolazione generale per cause analoghe.
Per ora la possibilità di somministrare la seconda dose non è in discussione e rimane anche esclusa l’ipotesi, circolata nelle ultime ore, di somministrare un vaccino diverso per il richiamo a chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca.
A favore del vaccino si è già pronunciato il governo Britannico, che ha già vaccinato 26 milioni di persone, 11 con AstraZeneca, e intende continuare: proprio alla luce dell’alto numero di persone vaccinate Londra sta collaborando con l’Ema fornendo i dati in proprio possesso.

Alessandro Martegani