Foto: EPA
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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ricevuto una lettera da parte di Strasburgo con la richiesta di “considerare la possibilità di ritirare il decreto legge sulle Ong” oppure adottare tutte le modifiche necessarie “per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale”. I timori sono stati espressi da parte di Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

Oggi è arrivata la risposta dall’Italia nella quale viene evidenziato come “a differenza di quanto asserito, le nuove disposizioni non impediscono alle Ong di effettuare più interventi di salvataggio, né obbligano a ignorare eventuali richieste d’aiuto se hanno già preso a bordo altre persone”. Il governo ha sottolineato che “ciò che la nuova norma intende evitare è la sistematica attività di recupero dei migranti nelle acque antistanti le coste libiche e tunisine al fine di condurli esclusivamente in Italia, senza alcuna forma di coordinamento”. Inoltre, è stato precisato che è stata organizzata l’assegnazione di porti sicuri in centro e nord Italia in modo tale da distribuire tra le regioni gli oneri organizzativi e logistici associati alla gestione degli sbarchi, e alleggerire le responsabilità di Lampedusa, Sicilia e Calabria.

Quindi il timore espresso da parte di Strasburgo circa le conseguenze che il decreto-legge potrebbe avere sulla capacità delle Ong di salvare vite nel Mediterraneo, come evidenziato nella lettera di risposta inviata dal governo italiano, è stato considerato come “privo di fondamento”.

B.Ž.