Dall'imperativo "Tutti in casa" alla chiusura della scuola, dal divieto di assembramento all'abolizione delle arrampicate sul monte Everest. Mai come in questo momento la globalizzazione è stata così severa con gli uomini e con il loro oramai acquisito e praticato stile di vita, soprattutto quello degli occidentali, l'area nella divisione del mondo più privilegiata. Una botta inaspettata o a cui non si è voluto prestare sufficiente attenzione. I contagiati e con essi i morti sono ora un dato di fatto, uno stato di cose con cui è aperto il confronto per arrivare, ci auguriamo favorevolmente per noi umani, alla resa dei conti. Medicinali adeguati e vaccino sono gli obiettivi da perseguire, nel frattempo l'emergenza colpisce a destra ed a sinistra, non guarda in faccia nessuno. Riportandoci sul terreno di casa, a parte il coronavirus e con essa collegata, la notizia del giorno è ancora l'insediamento del nuovo governo Janša. Gli interrogativi sono molti. Farà bene, farà male nei due anni di avvicendamento con il precedente governo Šarec? Presto per dirlo. La nuova compagine governativa è molto nel segno della continuità e anche le new entry sono vecchie conoscenze, come il ministro della cultura, Vasko Simoniti, e il ministro della sanità, Tomaž Gantar. Il nuovo-vecchio premier Janez Janša al momento sembra avere una visione pacata e realista della situazione, nonostante l'emergenza coronavirus. Non vi è dubbio che il Paese si è spostato decisamente a destra, una svolta che evidenzia molta più unità e coerenza rispetto al centro-sinistra litigioso e incostante. In questo momento tuttavia le priorità che devono rendere coeso il nuovo esecutivo devono svolgersi nel contesto di un programma di unità nazionale, nell'esigenza di affrontare quanto meglio l'emergenza e riportare la Slovenia su un binario di normalità e unità d'intenti, verso un nuovo ciclo positivo di evoluzione.

Miro Dellore

Foto: Radio Capodistria
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