Stabilità di quadri e finanziaria per i programmi radio e tv della comunità nazionale italiana e ungherese nella strategia di sviluppo della radio televisione slovena. Questa la richiesta della Commissione parlamentare per le nazionalità, riunitasi questa settimana, che fa propria la nostra modesta richiesta. Modesta perché non chiediamo l’impossibile, ma semplicemente il superamento di un’ instabilità ormai cronica, provocata dal trend di tagli iniziato una decina di anni fa, e ormai insostenibile. Speriamo che l’appello lanciato in commissione e a sua volta ribattuto dai deputati del parlamento sloveno, con spirito positivo, dia qualche risultato. Ora sta alla dirigenza della radiotelevisione fare la sua parte.
La Commissione ha dibattuto anche il tema, sempre attuale, del bilinguismo sul territorio di insediamento delle comunità nazionali. C’è ancora molto da lavorare, questa la laconica conclusione. Basta guardarsi in giro per capire che la lingua italiana è l’ ultima delle preoccupazioni per chi gestisce il territorio dove vive la minoranza italiana.
Nel frattempo, chi gestisce la striscia di territorio che va da Ancarano a Pirano,ha promosso una tavola rotonda per cercare di stabilire un nome all’ area geografica, per colmare un vuoto di identità che è tangibile. Il nome più gettonato è Istria, qualcuno forse sorriderà all’ ovvio, ma da queste parti la cosa non è proprio scontata. Come dire, iniziamo a dipingere un quadro incominciando dalla cornice.

Aljoša Curavić