Foto: EPA
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"Il voto è stato chiaro: la maggior parte degli intervistati al questionario di consultazione dell'UE desidera un'ora legale duratura e così sarà". Queste furono le parole che l’allora presidente della commisione europea Jean Claude Juncker pronunciò, poco dopo la pubblicazione del risultato del questionario on line nel quale si chiedeva il parere dei cittadini europei riguardo l'annoso dibattito sull'opportunità o meno di spostare le lancette dell'orologio ogni sei mesi. L'84 percento di un campione di quasi 5 milioni di europei aveva sostenuto l'abolizione del cambio di ora, con posizioni discordanti solo rispetto a quale orario mantenere: il 56 percento era, infatti, a favore dell'ora legale permanente e il 32 percento per l'ora solare.

Sulla base di questa consultazione tenutasi nel 2018, la Commissione europea aveva proposto di abolire il cambio d’ora dal 2019, lasciando autonomia agli stati membri su quale orario prediligere; invitandoli però a coordinarsi in modo da non creare problemi ai cittadini e soprattutto alle attività che vedono continui scambi tra i paesi del continente. Il processo sarebbe dovuto concludersi nel 2021, ma in realtà sino ad ora i ministri competenti degli stati membri non hanno ancora espresso il loro parere sulla proposta in seno al consiglio di Europa e quindi su questo fronte non è ancora stato formalizzato nulla, anche perché le opinioni su questa iniziativa continuano ad essere molto discordanti.

Una cosa che emerge già a livello locale. Le autorità slovene ad esempio sarebbero favorevoli a mantenere l’ora solare tutto l’anno; mentre la vicina Croazia, pensando alla stagione turistica, sembrerebbe più propensa a un orario estivo permanente. L'Italia, invece, ha di fatto chiesto all'Europa di non decidere, lasciando le cose come stanno, ritenendo che così ci sia un risparmio sui consumi di luce e gas, cosa che invece altri paesi ritengono irrisoria, preferendo orari più confacenti ai ritmi di vita locali. La pandemia inoltre ha fatto logicamente passare questo tema in secondo piano e quindi con molta probabilità si continuerà come si è sempre fatto: sei mesi con l'ora solare e altri sei con l'ora legale, esattamente come da 54 anni a questa parte.

Barbara Costamagna