Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Sono passati esattamente sette anni dall'ultimo contatto tra Giulio Regeni ed i propri genitori. Il 25 gennaio del 2016, alle ore 19.41 il telefono cellulare del giovane ricercatore registro l'ultimo contatto. Da quel momento non si seppe più cosa realmente successe al giovane ricercatore friulano.

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Un silenzio da parte del governo egiziano che ancora permane; il corpo di Giulio fu ritrovato senza vita il successivo 3 febbraio, con segni di torture e sevizie. Da quel momento la famiglia ha chiesto la verità su quanto accaduto, verità che finora non è arrivata, nonostante le rassicurazioni pervenute negli anni dall'Egitto ed i solleciti e le rimostranze da parte dell'Italia.

Chi non ha mai smesso di lottare per la verità, oltre alla famiglia Regeni, è il "popolo giallo", ovvero principalmente i compaesani di Giulio ma non solo, anche tutti i cittadini italiani che da anni lottano in memoria del ragazzo barbaramente ucciso, ai quali si sono uniti rappresentanti del mondo della cultura, dello spettacolo, delle istituzioni e della politica.

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Tra questi anche il rappresentante del Movimento 5 Stelle ed ex presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, che era presente alla giornata dedicata, che sul caso Regeni ha spiegato: "Io vengo qui anche e non solo come ex presidente della Camera, ma anche come membro del Movimento 5 Stelle, presidente del comitato di garanzia a portare anche la voce di tutto il Movimento 5 Stelle che chiede verità e giustizia per Giulio Regeni. Oggi noi abbiamo ascoltato le varie parole, anche del ministro degli Esteri Tajani, del ministro Crosetto e le parole di al-Sisi. Quello che dico io, proprio da ex presidente della Camera, avendo trattato la questione ai massimi livelli è che le parole di al-Sisi non valgono niente. Quando dirà che rimuoverà ogni tipo di ostacolo, la stessa cosa che ha detto a me quando io sono andato a trovare al-Sisi per la questione di Giulio Regeni. Sono uscito però ho detto che se entro tre mesi non fosse arrivato nessun segnale avrei sospeso i rapporti tra la Camera dei deputati ed il Parlamento egiziano. Non è arrivato nessun segnale, nessuna risposta è così ho fatto. Questo è il punto: noi abbiamo bisogno di fatti e non di parole e il governo non deve essere ingenuo in questo se vuole veramente perseguire la verità. La questione Regeni non è una questione di destra, non è una questione di sinistra ma è una questione di Stato, perché lo Stato è stato colpito tramite Giulio Regeni e dobbiamo dare una risposta per avere verità e giustizia che significa dignità per tutti noi".

Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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