1808 persone detenute e 139% di occupazione: sono questi i due numeri che fotografano la situazione nelle carceri slovene, dove il sovraffollamento originato soprattutto dalla crisi migratoria inizia a rappresentare un problema preoccupante. Sono 13 le carceri in tutto il paese, ma solo in 8 di essi esistono le condizioni per eseguire pene detentive. La palma di peggior istituto penitenziario va al carcere di Lubiana, dove attualmente l'occupazione è di oltre il 201%, ma se la passano male anche gli istituti di Maribor, Celje e Capodistria, in quest'ultimo l'occupazione è quasi al 139%. Vince questa poco invidiabile classifica Dob, il più grande carcere sloveno, con un'occupazione al 128%. In base ai dati diffusi dall'Amministrazione penitenziaria, 850 persone, in gran parte straniere, sono in stato detentivo per crimini legati all'immigrazione clandestina.
La situazione rappresenta un grattacapo non indifferente per il ministero della Giustizia, che nella costruzione del nuovo carcere di Dobrunje, periferia sud-est di Lubiana, vede solo un palliativo. E temporanee sono anche le misure di redistribuzione dei detenuti, le pratiche per il rimpatrio degli stranieri, le proposte di libertà anticipata da tre a sei mesi o la pena condizionale per coloro che soddisfano le condizioni. Per questo l'Amministrazione penitenziaria ritiene necessarie "soluzioni sistemiche a livello statale", a partire dalla riorganizzazione della polizia giudiziaria, che non può sopperire alle carenze di personale, stimate in ben oltre le 100 unità, solo con il sostegno di alcuni pensionati richiamati in servizio. Senza dimenticare che, comunque, al centro di tutto ci sono i detenuti, che qualche settimana fa hanno inviato una lettera alle massime cariche politiche e istituzionali del paese per mettere in guardia dal peggioramento delle condizioni detentive. Chiedono di attivare una legge del 2001 sull'amnistia, invocando anche la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ma al momento l'appello è caduto nel vuoto, perché la politica è impegnata in altre faccende.
Valerio Fabbri