Il premier italiano Giuseppe Conte Foto: EPA
Il premier italiano Giuseppe Conte Foto: EPA

50 persone a Malta, altre 50 in Francia, e altre adesioni potrebbero arrivare all'appello lanciato dal premier Giuseppe Conte per l'accoglienza dei 450 migranti soccorsi da due navi militari italiane attualmente in attesa di istruzioni su dive poter sbarcare.
Dopo la nuova dura posizione di Matteo Salvini, che aveva escluso la possibilità di accogliere i migranti, il premier Conte aveva scritto una lettera ai vertici dell'Unione europea e a tutti i capi di governo dell'Unione, sottolineando come fosse "della massima urgenza dare seguito, attuandole senza esitazioni, alle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno". Conte nella lettera ha chiesto "un segnale inequivocabile di condivisione della responsabilità", con "un'azione di condivisione a livello europeo" dell'accoglienza dei 450 migranti, aggiungendo che "anche l'Italia sarebbe pronta a prenderne una quota".
La risposta è arrivata: dopo una serie di contatti Palazzo Chigi ha annunciato che "Francia e Malta prenderanno rispettivamente 50 persone, e breve arriveranno anche le adesioni di altri Paesi europei".
Roma ha dunque fatto segnare un punto a proprio favore, e Conte ha anche confermato che l'Italia intende organizzare "una Conferenza internazionale sulla gestione della migrazione, indicativamente verso la fine del prossimo mese di ottobre", per giungere a una "gestione organizzata e condivisa dei flussi migratori nel rispetto della tutela della persone umana, dentro e fuori l'Europa".
Anche da Tripoli intanto giungono segnali di cooperazione: il governo libico non ha infatti escluso di poter riprendere in consegna l'intero gruppo di migranti, ricordando come la questione delle migrazioni "leghi Italia e Libia nella ricerca di una soluzione comune e congiunta".
La Procura di Trapani intanto ha emesso un decreto di fermo per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e concorso in favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a carico dei due migranti sbarcati in Italia dalla nave Diciotti, accusati di essere i responsabili delle minacce e del tentato ammutinamento a bordo della nave Von Thalassa prima del trasbordo sul mezzo della marina militare.