"Nulla di simile a quella celebrazione si era mai visto prima in Italia, né si vide poi". Così un maestro della cultura italiana che su Dante ha scritto pagine importanti, Carlo Dionisotti, ha sintetizzato i grandi festeggiamenti del 1865 per il sesto centenario della nascita dell'Alighieri, la prima grande festa nazionale del Regno, che coinvolse tutte le principali città italiane, anche quelle dei territori ancora soggetti all'Austria, sia pure sotto l'occhio vigile della censura asburgica. Il ritratto di Dante opera del pittore Bartolomeo Gianelli oggi a Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della Comunità degli italiani di Capodistria, ma in origine nella sala del Consiglio comunale, fu realizzato proprio allora, grazie alla sottoscrizione avviata da un gruppo di donne della città.

Non è chiaro come il dipinto, che raffigura un Dante pensieroso e assorto con l'Arena di Pola sullo sfondo, sia giunto a Palazzo Gravisi-Buttorai. "Probabilmente una donazione nell'immediato dopoguerra", dice il presidente della Comunità degli italiani, Mario Steffè. "Quello che è importante sono i temi, i toni con cui viene raffigurato il poeta, che si richiamano agli aspetti identitari e patriottici legati alla figura dantesca nel processo di formazione nazionale italiana, percepiti soprattutto in questi territori che avevano velleità irredentistiche".

Il quadro, spiega ancora Steffè, necessita di interventi di pulizia e restauro, e la Comunità degli italiani, nel settecentesimo anniversario dantesco, si è fatta promotrice di un'azione volta a ripristinare l'opera, "dal nostro punto di vista molto importante, identitaria". Un'operazione di restauro "che verrà portata a termine si auspica nel 2024, anno in cui si celebrerà il duecentesimo anniversario della nascita del pittore capodistriano Bartolomeo Gianelli, autore dell'opera".

Dipinto di Bartolomeo Gianelli (1865) oggi a Palazzo Gravisi-Buttorai
Dipinto di Bartolomeo Gianelli (1865) oggi a Palazzo Gravisi-Buttorai