A. C.
Budapest non ha ancora rinunciato alla prospettiva di investire 200 milioni di euro nel raddoppio ferroviario Capodistria-Divača. E' quanto emerge dai colloqui tra il Ministro degli esteri sloveno Miro Cerar e l'omologo ungherese Peter Szijjarto. Il capo diplomazia magiaro ha detto si auspicare che la posizione di chiusura espressa dal Ministro per l'infrastruttura Alenka Bratušek non sia, in definitiva, quella del governo. Per l'Ungheria il porto di Capodistria è molto importante: il dieci per cento delle merci manipolate dallo scalo sono infatti destinate a questo Paese. Szijjarto ha confermato che se il governo Šarec confermerà la linea del Ministro Bratušek, il suo Paese si vedrà costretto a cercare nuove opportunità e rafforzare le relazioni con altri porti. Il presidente Viktor Orban nei giorni scorsi aveva citato espressamente lo scalo triestino. In merito alla realizzazione del secondo binario da segnalare che la 2TDK - società incaricata di seguire il progetto - ha bandito il concorso pubblico per l'elaborazione della documentazione inerente al raddoppio della ferrovia Capodistria-Divača. La scadenza per presentare gli elaborati è di 35 giorni. Uno dei metri di valutazione principali - si specifica nel bando - sarà quello del prezzo complessivo. A parità di punti assegnati, la competente commissione assegnerà l'appalto al progetto più vantaggiosa dal lato economico.
A. C.
Nei centri balneari guadagnano da 1.500 a 2.000 euro mentre i cuochi arrivano fino a 3.000 euro al mese
Sono ricominciati oggi i colloqui al Cairo. Netanyahu dice che Israele è disposto a sospendere i combattimenti a Gaza in cambio di ostaggi. Ma afferma che Tel Aviv non può accettare le richieste di Hamas
Le trattative al Cairo per una possibile tregua a Gaza e per il rilascio degli ostaggi restano ancora in sospeso e nulla è dato per scontato
Giovedì due maggio migliaia di slovacchi sono scesi nuovamente in piazza a Bratislava contro la proposta di legge che vuole abolire l’emittente pubblica del Paese e sostituirla con un nuovo ente sul quale il governo potrebbe esercitare il suo controllo
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