Foto: EPA
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Il nocciolo della questione resta la richiesta della comunità nazionale in Slovenia di poter occupare una poltrona nel comitato di Coordinamento. Per l’Unione Italiana ciò significherebbe minare l’unitarietà della minoranza, per la Can non sarebbe altro che riconoscere il suo ruolo istituzionale ed il suo diritto di avere rapporti diretti con l’Italia. Una richiesta, quest’ultima, che era stata già velatamente mossa in passato, ma che aveva sempre trovato porte rigidamente sprangate. Ora qualche spiraglio c’è e spetterà alle Can decidere se tentare di giocare questa carta.

Il primo tentativo non è stato dei più felici. Il proposito far approvare la richiesta senza un dibattito pubblico e con una seduta per corrispondenza non è stata l'idea più brillante uscita da via Župančič. Ora si ripartirà, probabilmente, dalle CAN Comunali per arrivare poi alla discussione finale nel Consiglio della Comunità autogestita costiera. Non si tratta ovviamente di tirare la questione alle calende greche, ma di decidere dopo aver fatto una approfondita discussione.

Con molta più maestria invece è stata portata a termine l’approvazione di quello che potrebbe diventare il Decreto sul bilinguismo dei quattro comuni costieri. Scheriani ed i suoi uomini hanno dovuto parare qualche colpo, che aveva il fine di annacquare le sanzioni per i trasgressori. Significativamente una parte della classe politica minoritaria più che volere efficaci decreti, ripromettendosi di farli rispettare, si preoccupa di non irritare chi non li applica. Possono stare tranquilli. A tagliare le multe saranno già i consigli comunali, mentre a non applicare il decreto ci penseranno i sindaci, ovviamente con il loro prezioso aiuto.

Stefano Lusa