Alberto Scheriani Foto: Archivio personale
Alberto Scheriani Foto: Archivio personale

Devo prima di tutto ribadire che per quanto mi riguarda è fuori ogni dubbio che i giornalisti tutti devono aver la possibilità di poter lavorare in piena autonomia e libertà, certamente seguendo le regole deontologiche che la categoria in questione si è data.

Personalmente ho sempre rispettato tutti i giornalisti e nella mia persona e nei miei ruoli pubblici ho sempre difeso il lavoro e l’operato dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria.

Ho sempre seguito con attenzione e rispetto le trasmissioni o gli articoli e commenti del caporedattore, apprezzandoli, spesso, ma anche qualche volta non condividendone le tesi e idee.

Tutto tranquillo quindi, tutto normale, niente da eccepire, perfettamente in regola con l’autonomia del giornalista e senza dubbio anche con la deontologia professionale.

Nel caso particolare di giovedì scorso ho preso in esame alcuni momenti e scritti successi nella campagna elettorale in cui si chiamava in causa anche la mia persona.

Se partiamo dal principio ampliamente condiviso da noi tutti, della piena autonomia del giornalista e dell’inviolabilità della professione, dobbiamo anche tenere conto che ogni singolo individuo sulla nostra Terra ha la libertà di pensiero, pensiero critico e di parola e a questo punto, credo di avere anche io, Alberto Scheriani come persona o come presidente della CAN costiera o come presidente del comitato di programma o vicesindaco o Preside, la SACROSANTA libertà di ascoltare una trasmissione o leggere un commento e poi dopo un’analisi ho sicuramente anche io il diritto di ESPRIMERE ad alta voce le mie impressioni.

È mia ferma convinzione che con quanto ho dichiarato giovedì non ho offeso nessuno, non sono stato irrispettoso nei confronti di nessuno, non ho abusato di niente e nessuno e soprattutto non ho messo in pericolo il posto di lavoro di nessuno, a nessuno è stato tolto il microfono o la penna dalla mano e neppure il computer dal tavolo.

In questa occasione quindi, lo ripeto nel caso ce ne fosse bisogno, ho ESPRESSO in modo del tutto LEGITTIMO le mie impressioni, la mia analisi e il mio modo di vedere le questioni trattate e sicuramente in nessun modo tutto ciò può rappresentare un ATTACCO o una MINACCIA al caporedattore, al suo pensiero, alla sua autonomia alla sua professionalità al suo modo di fare giornalismo.

In una società plurale e democratica ciò deve esser consentito. La democrazia e la libertà di parola non è a senso unico, non può esser data solo ad alcuni e ad altri no, ma è un bene di tutti e tutti ne devono essere partecipi.

Da parte mia, dopo queste dovute precisazioni che spero contribuiscano a COMPRENDERE meglio quali siano state le mie intenzioni onde evitare inutili strumentalizzazioni, ritengo chiuso l’argomento.

Colgo ancora l’occasione per augurare a tutti i giornalisti un buon lavoro e ringraziarli ancora una volta per la missione che con tanta fatica e cura portano avanti ogni giorno e che contribuiscono in maniera fondamentale a rendere la nostra società migliore, ricca di idee, argomenti e plurale.