Foto: EPA
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L’epico scontro, in una delle ultime riunioni della Comunità autogestita di Pirano, tra Onelio Bernetič e Nadia Zigante, sulla questione delle nomine al comune, è stato senza esclusione di colpi. Nodo del contendere il rapporto con l’amministrazione comunale ed i partiti. I consiglieri piranesi, per un attimo hanno pensato di parlarne a porte chiuse, ma la proposta è stata immediatamente cassata, visto che tutti (o quasi) erano convinti di non aver nulla da nascondere. Non sarebbe stato così in altre comunità, che si premurano di cacciare i giornalisti ogniqualvolta la discussione tende a farsi un po’ più accesa. A quel punto i piranesi hanno lasciato nel fodero il fioretto e hanno estratto la scimitarra, tanto che il presidente Andrea Bartole ha avuto le sue belle gatte da pelare per riportare la seduta all’ordine. Non è la prima volta che accade a Pirano, dove la discussione è accesa ed il confronto serrato, anche su questioni che ad un osservatore esterno possono sembrare banali ed insignificanti. Senza entrare nel merito degli interventi, senza prendere in considerazione la profondità dell’analisi e nemmeno la reale importanza delle tematiche discusse per le sorti della minoranza, quello che si può constatare con gioia è che almeno la vitalità della classe politica piranese sembra di buon livello. In sintesi, l’elettroencefalogramma è tutt’altro che piatto.

Del resto, i piranesi sono quelli che hanno reagito meglio alla pandemia. Oramai sono diventati maestri nelle riunioni on-line, che consentono di mantenere aperto il confronto tra i consiglieri dei loro organismi. Non si sono però accontentati di questo, tanto che nei loro videobar politici, operatori culturali e semplici soci si incontrano e discutono di varie tematiche, che vanno dal micro-locale a questioni generali, come ad esempio l’emergenza COVID e i vaccini. Una buona prassi che probabilmente consentirà di mantenere unita anche in futuro una comunità parcellizzata come quella piranese. Un bel modello di cui le altre comunità italiane del territorio non hanno saputo o voluto cogliere i vantaggi le potenzialità.

Stefano Lusa