Foto: BoBo
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Venerdì i vertici dello stato ed i deputati hanno dato il buon esempio vaccinandosi con AstraZeneca. Il vaccino è sicuro - ha detto il ministro della sanità Janez Poklukar - e la soluzione è vaccinarsi con tutto quello che c’è a disposizione. L’Agenzia europea per il farmaco ha stabilito che non ci sono rischi particolari e che i casi di coaguli nel sangue riscontrati nei vaccinati non sono maggiori rispetto a quello del resto della popolazione. In ogni modo le autorità continueranno a vigilare e sono pronte ad intervenire ad ogni minimo segnale di pericolo. La conclusione però è che AstraZeneca non è più rischiosa degli altri vaccini e quindi non c’è nessun motivo per avere paura.

Sta di fatto che nessun medicinale è privo di effetti collaterali. Basta prendere in mano il foglietto illustrativo di un farmaco qualsiasi - anche di quelli a base di paracetamolo - per scoprire che ci sarebbero potenziali grandi rischi. Rischi che con il paracetamolo, il Viagra, la pillola anticoncezionale e con altri medicinali scegliamo di correre senza pensarci troppo. Proprio come facciamo con tutta una serie di vaccini a cui ci sottoponiamo senza fiatare per andare in vacanza in luoghi esotici. Il male alla spalla, la febbre ed il mal di testa, sono fastidiosi, ma passano in fretta e non sono altro che il segnale che il vaccino sta attivando i nostri anticorpi.

Quella del vaccino, del resto, è l’unica soluzione nelle epidemie. Nel 1972 in Jugoslavia stava dilagando il vaiolo. Le autorità prima sottovalutarono la cosa, ma poi imposero la legge marziale ed in sole due settimane vaccinarono 18 milioni di persone. Di quella esperienza rimangono ancora i segni sulla spalla degli ultracinquantenni. Quel vaccino poteva provocare pesanti effetti collaterali ed in una percentuale molto maggiore rispetto a quelli dei vaccini che oggi servono a combattere il coronavirus. La constatazione che si fece all’epoca fu quella che i benefici erano, comunque, di gran lunga superiori rispetto ai rischi che si correvano. Anche oggi è così.

Stefano Lusa