A giudicare dagli applausi è stato l'intervento di Enea Dessardo quello più apprezzato dai membri dell'Assemblea. Il giovane fiumano ha esposto la sua visione dei fatti argomentandola con tutta una serie di testimonianze, fatti e citazioni. "L'azione dei 7 consiglieri è indifendibile in questa o in qualsiasi altra sede della CNI, è un insulto per l'Assemblea, la sua presidenza e gli organi dell'UI e per tutti i connazionali che credono in una delle finalità fondamentali dell'UI ovvero il mantenimento dell'integrità e dell'indivisibilità della Comunità italiana in virtù della sua autoctonia", ha rilevato Dessardo convinto che si poteva arrivare a dei cambiamenti insieme, all'interno del massimo organo comune.
"Già dopo Verteneglio, nonostante il voto contrario, si era visto che la maggioranza dei consiglieri è propensa a modifiche poiché si è continuato a parlare della necessità di armonizzare meglio entrambi gli statuti, il regolamento e magari anche il regolamento elettorale, quindi sia mentalmente che concretamente si andava in quella direzione", ha dichiarato il consigliere e al nostro microfono ha raccontato della sua proposta di un gruppo di lavoro inviata a tutti e 72 i consiglieri: "Ho avuto un buon riscontro però, visto che la mia idea era di unire quelle che avevo individuato come le due correnti dell'Assemblea, da un lato alcuni consiglieri si son fatti avanti per darmi una mano, dall'altro in molti mi hanno detto che è stata una cosa già provata, che non ha funzionato e che perciò non ha senso ripeterla; a quel punto ho capito che forse la mia idea non era delle migliori e speravo che si trovasse un altro modo, magari chiamando in causa il Comitato per lo Statuto e il Regolamento o che promotrice dei cambiamenti, così come annunciato, fosse la Giunta esecutiva".
Secondo Dessardo se i 7 consiglieri della Slovenia avessero avuto un poco di pazienza e aspettato qualche settimana o qualche mese, il che non è tanto tenendo conto degli anni trascorsi senza modifiche, i toni sarebbero stati più moderati e si sarebbe riusciti ad arrivare ad un confronto più sincero e fruttuoso. "Così invece hanno deciso di riunirsi da soli e ribaltare di fatto una nostra decisione comune, nascondendosi dietro il velo della legalità, legalità che ha raramente bisogno di poggiare su incontri segreti e tiri mancini", ha detto il nostro interlocutore ed ha aggiunto: "Come consigliere che non fa parte della Consulta capodistriana mi sono sentito preso in giro ad essere escluso da una decisione che reputo di fondamentale importanza e che comunque stava per accadere anche in via naturale". Secondo Enea Dessardo il lavoro preparatorio dei consiglieri della Consulta era stato fatto bene e precisa: "Avevano mandato messaggi chiarissimi e l'Assemblea aveva accolto quei messaggi comprendendo che qualcosa doveva essere fatto, ma poi si sono fermati e hanno deciso di agire in altro modo; se continuavano dialogando si sarebbero evitati brutti problemi e brutte esperienze".
Dall'altro lato invece a giustificare l'azione dei 7 consiglieri della Slovenia c'è il rovignese Gianclaudio Pellizzer che dice: "Le cose a volte succedono perché la gente è esasperata", e spiega: "Certamente si poteva fare meglio, ma quello che adesso abbiamo è un nuovo coordinatore che è stato votato dalla maggioranza dei membri della Consulta; certo mi dispiace che il presidente dell' Assemblea UI, quindi di tutti noi consiglieri della Slovenia e della Croazia, non sia stato informato però adesso dobbiamo andare avanti perché queste cose succedono quando non si hanno le carte in regola, quando ci sono incongruenze tra gli atti fondamentali delle nostre istituzioni". E, ricordando che in democrazia il rispetto delle regole è fondamentale, aggiunge: "Le vogliamo cambiare? Cambiamole assieme".

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Archivio personale
Foto: MMC RTV SLO/Foto: Archivio personale

Il consigliere rovignese individua tra i maggiori problemi quello dell' assenteismo dei consiglieri UI e, lamentando l' inconcludenza del dibattito sulle modifiche avviato ben sei anni fa, dice: "Quello del quorum e della maggioranza assoluta è un problema serio; vediamo che ogni volta 25 consiglieri non presenziano alle sedute dell' Assemblea e questo è un fatto importante che deve far pensare la dirigenza dell' UI poiché se fossero presenti forse si riuscirebbe a emendare qualche cosa". In questo contesto Pellizzer ricorda che una sua mozione "su un'unica UI" è stata votata favorevolmente da 18 consiglieri, 2 erano contrari e ben 19 erano gli astenuti e dice: "Questo significa che c'è una grande confusione, che ci sono persone che attendono i cambiamenti ma che poi si dimostrano insicure e allora a chi va dato il mandato per modificare le regole? Va dato alla dirigenza dell'Unione italiana che deve affrontare il problema da tutti gli aspetti e unificare tutto quanto è stato detto in passato tenendo conto degli interessi della CNI".
Secondo Pellizzer si può trarre insegnamento dal passato che ci aiuta a comprendere le cose mentre -dice- nell'immediato futuro "bisognerà calmare le acque", e aggiunge: "Dalla dirigenza UI mi attendo che rappacifichi tutti, che si prenda atto di quello che è stato fatto ed è stato detto e criticato, tutti hanno subito critiche dall'una e altra parte come è giusto che sia in un dibattito aperto, dialettico e argomento dal quale si evince che dobbiamo darci una mossa: adesso è il momento per farlo, per mettere le carte in regola affinché queste situazioni non si ripetano più".

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Archivio personale
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