Foto: Radio Capodistria /Barbara Costamagna
Foto: Radio Capodistria /Barbara Costamagna

Adattare il proprio statuto ai tempi nuovi è quello che il consiglio della CAN piranese aveva deciso di fare alla fine del mandato precedente e questo progetto nei prossimi mesi potrebbe vedere la sua realizzazione. Un processo non semplice, che ha visto al lavoro una commissione con il compito di analizzare l’attuale statuto per rivedere quelli che si stavano dimostrando articoli problematici, facendo proprie anche le osservazioni dei consiglieri che oggi sono stati chiamati a confrontarsi nuovamente sui cambiamenti proposti.

Tutti concordi sul fatto che il numero dei consiglieri resti undici, nonostante qualcuno avesse suggerito di ridurlo a nove, perché così si garantisce, secondo loro, una maggiore rappresentatività del gruppo nazionale. L’articolo 10 dovrebbe, quindi, restare invariato, mentre per quanto riguarda l’articolo successivo, l’undici, i consiglieri hanno tutti concordato che resti l’obbligo di presentare la candidatura singola o di lista con il sostegno di dieci iscritti agli elenchi elettorali, ma di scriverlo esplicitamente nello statuto, dove attualmente è sottinteso. Tra l’altro sarà specificato ulteriormente quando è necessario andare ad elezioni supplettive, ossia quando almeno un terzo dei consiglieri ha rassegnato le proprie dimissioni; e in questo caso le elezioni verranno convocate solo per i posti lasciati vacanti come accade per altri organismi comunali, come le comunità locali o come avvenne anni fa alla CAN di Isola.

Infine, la grande novità. La CAN piranese si candida, infatti, ad essere la prima istituzione minoritaria nella quale sarà previsto un massimo di tre mandati consecutivi per la carica di presidente. Un numero quello di tre al quale si è giunti, dopo una breve discussione con i consiglieri del gruppo “Impegno e futuro”, dai quali era partita la proposta, con un limite, però, di due mandati. Tre mandati sono, invece, stati ritenuti dagli altri consiglieri più consoni per portare a termine il lavoro del presidente, senza rischiare, ha detto Onelio Bernetič di fare come in altre istituzioni della CNI dove ci sono “presidenti a vita”.

Le modifiche dovrebbero essere sicuramente approvate prima della prossima tornata elettorale, che, secondo il presidente Andrea Bartole potrebbe vedere delle criticità, poichè secondo lui esiste il rischio concreto di poca partecipazione da parte dei connazionali, che si starebbero allontanando dalla comunità “diventata un luogo di veemente scontro politico”.

Barbara Costamagna