Marin Corva Foto: Archivio personale/Zeljko Jerneić
Marin Corva Foto: Archivio personale/Zeljko Jerneić

L’Unione era venuta in soccorso all’Upt già alcuni anni fa quando aveva regalato 50 mila euro all’ente triestino. Nei mesi scorsi non erano mancate polemiche tra Fiume e Trieste sulle modalità modalità di assegnazione dei finaziamenti della Regione Friuli Venezia Giulia alla minoranza, che di fatto, hanno lasciato le Comunità degli Italiani senza i soldi per le spese correnti, che l’Unione Italiana ha poi recuperato togliendoli alle scuole.

Il nuovo presidente della Giunta esecutiva, Marin Corva, che di fatto è responsabile per la della gestione operativa, sulla vicenda precisa :

“Ne ho parlato con il Presidente dell’Unione Italiana, che mi ha fatto sapere che c’è questa richiesta. Personalmente non sono stato interpellato dall’Università popolare di Trieste, anche se nell’ambito dell’Unione Italiana sono io ad occuparmi di queste problematiche.

Per quanto riguarda la richiesta non vorrei sbilanciarmi, ma l’Unione Italiana stessa ha grossissimi problemi di liquidità e di finanziamenti. Siamo a metà settembre e non abbiamo ancora ricevuto le sovvenzioni italiane. La Convenzione con il Ministero deli esteri, quest’anno, è stata firmata abbastanza tardi. Abbiamo dovuto attingere dai nostri fondi per fare alcune cose che non si potevano più posticipare. E' stato necessario anche coprire tutti i costi dell’Unione Italiana, quindi ora siamo in difficoltà anche noi, tanto che abbiamo dovuto usare il fondo di riserva per corrispondere gli stipendi di agosto ai nostri dipendenti. Il desiderio di dare una mano c’è, l’Università popolare è il nostro partner storico, ma adesso, vista la situazione precaria di Unione Italiana è un po difficile dare una risposta”.

“All’epoca quei cinquanta mila euro vennero presi dalle spese di gestione dell’Unione Italiana. Erano soldi che ci servivano. Torno a ripetere noi siamo a zero, abbiamo grossissime difficoltà e rifare quella operazione, in questo momento, mi sembra improbabile per non dire impossibile”.

Stefano Lusa