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Situazione preoccupante e paradossale. Nel momento in cui si è tenuti a stilare i programmi di lavoro e piani finanziari per il 2019 - ieri sono stati presi in visione quelli del Centro di Ricerche storiche -nelle casse dell’Unione non è giunto ancora un soldo dei contributi italiani per l’anno in corso. Gli anticipi dati proprio al CRS, alla Edit, al Dramma Italiano, alle Comunità hanno ormai prosciugato il Fondo di riserva UI ed ora si rischia la paralisi del microcosmo minoritari con la sospensione delle attività.

Una situazione causata dalla crisi UPT, si è sentito dire ieri sera a Rovigno, dove sono stati definiti allarmanti i tentativi di addossare le colpe della crisi dell’ente morale triestino ad altri. Per il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul che ieri ha seguito l’audizione dei vertici dell’UPT presso la V Commissione del Consiglio comunale di Trieste, la situazione è drammatica. “Neanche nel periodo del “famoso” esposto, una ventina di anni fa era così” ha affermato Tremul non mancando di ricordare che “le pianificazioni delle attività per il 2019 vanno fatte perché lo impongono le leggi e perché siamo un soggetto responsabile”.

Intanto sembra improbabile una soluzione immediata ai seri problemi di liquidità e di funzionamento che hanno colpito il microcosmo minoritario. Lo ha fatto capire anche il presidente UI dicendo che “alle assicurazioni da parte del MAE che i contributi sarebbero arrivati entro la fine di settembre ora ci sono quelle su ulteriori ritardi proprio a causa della situazione all’ UPT mentre i mezzi che avremmo potuto utilizzare, quelli della Regione FVG invece di andare alle Comunità sono andati ad altri discutibili progetti”.

“Affermare che il Bilancio dell’UPT non è stato presentato perché’ 17 Comunità degli Italiani non hanno rendicontato le spese significa non conoscere la realtà della CNI” è stato detto ancora a Rovigno dove è stato ricordato che i mezzi del Fondo promozione spesso arrivano a dicembre ed i sodalizi economizzano i contributi ottenuti facendoli bastare per l’anno successivo.

In riferimento alle spese maggiori di quelle previste per restauri e ristrutturazioni registrate dall’ UPT e alle quali aveva fatto riferimento in V Commissione un esponente dell’ente morale, Maurizio Tremul ha risposto che anche l’Unione Italiana ha fatto gare d’ appalto per analoghe attività per milioni di euro senza spendere un centesimo in più. “ Abbiamo sempre fatto i cosiddetti contratti “chiavi in mano”; una volta pattuito l’ importo dell’ investimento la ditta esecutrice sapeva che avrebbe dovuto realizzare il progetto per quell’ importo e nulla di più” ha detto Tremul aggiungendo che “Veniamo tirati dentro con delle argomentazione che non stanno assolutamente in piedi perché il deficit dell’UPT non si è creato per colpa Unione Italiana e della Comunità nazionale italiana è un deficit che interessa l’ Università popolare così ci è stato ribadito a tutti i livelli: Prefettura, Regione, MAE e anche dai revisori del conti” ha detto ancora Tremul e ha aggiunto che “ tirare dentro l’ Unione Italiana può avere un solo obiettivo ovvero quello di distogliere l’ attenzione da quello che è il vero problema”.