Foto: Reuters
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Si tratta dell’ultimo atto di un lungo percorso, ha precisato il presidente dell’Unione Maurizio Tremul, che ha visto impegnati l’Unione Italiana, il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Un processo più articolato e complesso rispetto a quello che era stato individuato in passato, che ha visto i soggetti coinvolti impegnati nel giugno scorso a coordinare il tutto. A conti fatti comunque non ci sono stati grandi modifiche al piano presentato dall’Unione Italiana.

La parte più difficile, secondo Tremul, è stata quella di individuare le risorse per le Comunità degli Italiani. Quest’ultime, infatti, rischiavano di rimanere a secco, visto che tradizionalmente metà dei mezzi assegnati venivano dalla regione Friuli Venezia Giulia per il tramite dell’Università popolare di Trieste. Soldi che servono alle Comunità per poter rimanere aperte. Questi mezzi, dice Tremul, “in virtù, forza o per responsabilità” del bando emesso dall’Università popolare di Trieste a gennaio non sono stati assegnati e si è dovuto fare un lavoro molto complesso per trovarli sacrificando i mezzi didattici per le scuole.

Adesso la Convenzione dovrà essere approvata dalla Corte dei conti, una volta ottenuta luce verde si potrà procedere con l’invio a Roma della documentazione per ottenere le risorse. I soldi comunque arriveranno all’Unione molto tardi. Lo scorso anno di dovette attendere fino a dicembre. L’Unione comunque conta di poter anticipare almeno qualcosa alle Comunità degli Italiani, in attesa che i soldi promessi arrivino a destinazione.