Furio Radin si ricandida perché, come ha dichiarato ieri ospite della nostra trasmissione “In Minoranza”, ci sono ancora cose da completare e bisogna vigilare sull’attuazione di alcuni importanti progetti. “Per esempio la costruzione della Scuola media superiore italiana di Buie che in un assestamento di bilancio c’è, nell’altro scompare, svanisce e poi riappare e ci sono anche altre cose simili per cui bisogna stare molto attenti e non permettere di essere fregati un’altra volta perché i piccoli, oltre che a essere vulnerabili, sono anche soggetti a fregature” ha affermato il deputato uscente e vice-presidente del Sabor. Naturalmente quello legato ai finanziamenti per la “Leonardo da Vinci” è stato solo un esempio di quanto successo nel passato; ora - a scanso di equivoci - i mezzi del governo per la ricostruzione ci sono e sono inclusi nero su bianco nella Finanziaria 2020.

Per quanto riguarda il termine della consultazione, Radin ha pronosticato quella del 5 luglio prossimo, data che è stata confermata oggi dal Capo dello stato Zoran Milanović. “La data è una cosa di secondaria importanza, lo dico io come pure gli altri deputati delle minoranze; prima si fanno le elezioni meglio è perché i veri problemi stanno appena per iniziare e saranno quelli economici, conseguenza della crisi epidemiologica” ha rilevato l’esponente della CNI. Ricordiamo che il capo dello stato, Zoran Milanović, aveva dai 30 ai 60 giorni di tempo per indire le elezioni che si sarebbero potute svolgere nelle domeniche che vanno dal 21 di giugno al 12 luglio prossimi. “Milanović deve comportarsi da presidente ed è consapevole che non può né deve favorire nessuno; farle troppo presto avrebbe significato portare acqua al mulino dell'HDZ, ritardarle invece sarebbe stato visto come un aiuto al SDP, partito del quale è stato per lungo presidente e dal quale ha sospeso l’iscrizione dopo la vittoria alle presidenziali e l’insediamento al Pantovčšak” ha spiegato Radin.

In riferimento allo scioglimento del Sabor arrivato con qualche mese di anticipo, il deputato della minoranza italiana sostiene: “È sempre una cosa concordata tra i grandi partiti e con l’opposizione che critica la maggioranza di voler fare i propri interessi, nel caso nostro è stato detto che l'HDZ vuole approfittare del buon comportamento avuto nella gestione della crisi del coronavirus. Poi, quando le cose stanno andando in un certo senso, tutte le formazioni cominciano ad allinearsi perché temono di venir percepite come impreparate ed insicure e dunque alla fine tutti si dichiarano pronti alla battaglia elettorale, il che invece non corrisponde assolutamente alla realtà visto che la stragrande maggioranza di loro stava appena iniziando a prepararsi alla consultazione che si sarebbe dovuta svolgere ad ottobre”.

Una constatazione- quella di Radin- che spiega il particolare nervosismo tra tutte le forze politiche del paese e soprattutto tra le due formazioni maggiori HDZ e SDP. “Anche tra il Most, che sta perdendo pezzi e anche deputati da tutte le parti, il che secondo me è un bene. Si tratta di una destra deleteria che non può far bene al paese ed ora vediamo che non riescono ad accordarsi con quell’altra forza di destra emergente che è capitanata dal cantante Miroslav Škoro perché sono così tanto simili che non riescono ad accordarsi”, rileva Radin lasciando intendere di sperare che alle elezioni queste forze di destra si presentino individualmente e dunque separate e aggiunge: “Prevedo che ci sarà una bella battaglia tra socialdemocratici e l'accadizeta, e poi tutti quanti puntano sulla vittoria relativa poiché ti da il mandato di andare a cercare gli outsider, quelli che poi accetteranno di fare la coalizione. Io auguro a entrambi di vincere perché per le minoranze - e anche per noi della Comunità nazionale italiana- la cosa importante è avere un governo immune alle ideologie estremiste e dunque o un centrodestra o un centrosinistra che puntino sempre verso il centro. Abbiamo visto che l’accadizeta di Plenković finora l’ha fatto e penso che anche il socialdemocratico Bernardić farebbe lo stesso” ha concluso Furio Radin.

Lionella Pausin Acquavita

Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić
Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić