Per me è importante raccontare tutto questo amore che nutro nei confronti della mia Rovigno, del mio mare, della mia terra, dei miei amici e famigliari, di quelli che non ci sono più”, cosi Libero Benussi racconta la sua passione e la sua necessità di mettere su carta stati d’animo, sentimenti, passioni, ricordi. Farlo in rovignese che è la sua madrelingua, la lingua del cuore è naturale e spontaneo, ma nel frattempo risponde alla necessità di testimonianza del patrimonio linguistico e antropologico in via di estinzione. “Scrivo per affrancare il mio dialetto, perché sappiamo come sta andando; sono ormai in pochi quelli che vi si dedicano ed io spero che almeno qualche giovane, almeno quelli che abbiamo tirato su con i vari concorsi, con i vari corsi e laboratori di rovignese, riesca a farci ben sperare per il futuro”, spiega l’autore.
Biochimico di formazione, per oltre quarant’anni professore di materie scientifiche, Libero Benussi è saggista, narratore e poeta ma è soprattutto un grande ricercatore e divulgatore della cultura istroromanza e in particolare della parlata rovignese. “Egli ha fatto della scrittura il ristoro della vita, l’elemento costruttivo e coagulante della sua esperienza, lo strumento per la salvaguardia dell’identità propria e della comunità a cui appartiene”, ha detto ieri sera a Sissano la professoressa Elis Degenghi Olujić che cura la prefazione della raccolta e che ha lodato l’iniziativa degli organizzatori del Festival . “E’ un omaggio al Benussi poeta ma nel contempo, una testimonianza scritta che -usando un termine dantesco - s’infuturi, e che attesta l’importanza di una manifestazione culturale che ha già dimostrato la sua ragion d’essere”, ha detto la Deghenghi Olujić aggiungendo: “Siamo al cospetto di un vero e proprio canzoniere”. Nel volume confluiscono novantasei liriche scritte in istrioto nell’arco di un decennio, e inserite in sei sillogi già presentate e premiate all’annuale concorso Istria Nobilissima. “Meritavano di essere pubblicate integralmente perché sono poesie che con un uso abbondante di aggettivi confermano, contrariamente all’opinione generale sulla povertà linguistica, l’indescrivibile potenzialità espressiva dell’istrioto” ha detto ancora la Degenghi Olujić.

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Oltre che alla presentazione della raccolta di Libero Benussi, la seconda giornata del Festival dell’Istrioto, organizzato congiuntamente dalle Comunità degli italiani di Dignano, Gallesano, Rovigno, Sissano e Valle, è stata contrassegnata dall’attrice Petra Blašković che ha messo in scena alcuni spezzoni del suo monodramma “Francamente” e dal coro misto del sodalizio sissanese. A salutare il pubblico, oltre che a Paolo Demarin, presidente della CI, presidente dell’Assemblea dell’Unione italiana ma soprattutto coordinatore del gruppo di lavoro che organizza questa importante manifestazione volta alla tutela e valorizzazione dell’istrioto, c’erano il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana Marin Corva e la vice presidente della Regione istriana, Jessica Acquavita. Tutti hanno ricordato l’importanza dell’evento che tra tradizione e innovazione si pone come obiettivo la salvaguardia di un idioma che rappresenta l’essenza stessa della CNI e della peculiarità istriana. Questa sera, sempre a Sissano, appuntamento con le canzoni inedite nelle cinque varianti di istrioto mentre domani sarà la volta dei gruppi folcloristici.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria