La responsabile del settore scuola della Giunta esecutiva di Unione Italina, Patrizia Pitacco, ha esordito dicendo che le istituzioni scolastiche della CNI “non hanno problemi, ma sfide da affrontare”. Ma a tenere banco è stato il punto che ha riguardato la riduzione dei fondi MOF, quelli del Fondo per il Miglioramento dell'Offerta Formativa, destinato alle scuole italiane di Slovenia e Croazia, “dai previsti 300.000 euro ci sono stati riconosciuti 150.000 euro al netto”, ha spiegato, ammettendo che il malcontento tra i presidi e più che lecito.
“Il MOF è stato praticamente dimezzato sia quello per il 2022 che quello previsto per il 2023. Per motivi contingenti la comunicazione con le scuole non è stata immediata. Il malcontento è dovuto alla ripianificazione che devono affrontare. I direttori e presidi fanno la progettazione nella durata di un anno ed è ovvio che il tutto crea dei disagi. Questi fondi finanziano quello che le scuole considerano delle priorità, non sono fondi mirati a determinati contenuti o mezzi o materiali ma a quello che le scuole considerano delle priorità. Il MOF ha valore perché è una voce sicura e molto soggettiva, siccome ogni scuola ha la libertà di fare quello che pensa sia utile fare in base alla propria progettazione”.
Questa notizia ha suscitato parecchie perplessità, Ines Venier della Scuola media superiore di Rovigno, ha detto che bisogna promuovere maggiormente le attività svolte e notificarle al comitato di coordinamento che decide sui finanziamenti: “Siamo pronti a dare tutte le informazioni sulle attività che stiamo svolgendo, va espresso il nostro disappunto e rammarico per il taglio dei mezzi necessari per realizzare le attività e acquistare le attrezzature. Uno dei problemi fondamentali delle nostre scuole è che i criteri di finanziamento, soprattutto in Croazia, dipendono dal numero degli alunni”.
Alberto Scheriani, presidente della CAN costiera e preside della scuola media Pietro Coppo di Isola, ha presentato i corsi formativi dell’istituto scolastico e ha posto in evidenza la problematica della mancanza delle risorse umane: “Per quanto riguarda la Slovenia mancano dai 5.000 ai 6.000 insegnanti, per quello che riguarda la minoranza italiana, la problematica è maggiore siccome bisogna avere un’ottima padronanza dell’italiano e a questo proposito dobbiamo lavorare molto su quelle che sono le risorse umane. Ci rendiamo tutti conto che bene o male nelle nostre scuole si sta avviando un procedimento o percorso di rinnovamento di quelli che sono gli insegnanti e quindi bisogna attivare i giovani affinché prendano il posto di quelli che vanno in pensione. A mancare sono soprattutto i docenti delle materie tecniche scientifiche”.
Tra i problemi che andrebbero analizzati, secondo il presidente di Unione Italiana, Maurizio Tremul, vi è indubbiamente la motivazione che spinge i genitori di nazionalità italiana a iscrivere i figli nelle scuole della maggioranza. Tra i problemi evidenziati dai presidi degli istituti in Croazia vi è pure quello del “bilinguismo forzato”: “Purtroppo questa questione è prevista dalla legge costituzionale nelle scuole delle minoranze; finora non è mai stata sostanzialmente attuata, non ci sono state delle rimostranze da parte dei controllori del Ministero, ma adesso queste vengono fatte e noi come Unione abbiamo parlato con il premier croato, Andrej Plenković, se ne sta occupando pure la Regione istriana assieme a noi, dobbiamo approfondire questa questione che riteniamo scorretta e non in linea con il trattato italo-croato sulle minoranze”.

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter
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