Foto: CRS Rovigno
Foto: CRS Rovigno

La sentenza di primo grado favorevole, dunque, a Silvano Zilli che aveva denunciato il CRS dal quale era stato licenziato nel maggio del 2020. Il verdetto del Tribunale comunale di Pola definisce illegale ed inammissibile la delibera del Centro sull'annullamento del contratto di lavoro a tempo indeterminato del dipendente. Il direttore dell'ente ha violato la Legge e le norme sul lavoro, rileva ancora la sentenza che obbliga l'istituzione rovignese a versare a titolo di risarcimento danni all'incirca 9.000 euro, ai quali vanno assommati gli interessi mentre Zilli dovrà restituire l'indennità di fine rapporto ottenuta dal CRS. Le parti in causa hanno diritto a ricorrere contro la sentenza che è stata firmata dalla giudice Milena Blagonić. Il documento sarebbe stato inoltrato alla stampa e pure ai consiglieri dell'Unione italiana. Ricordiamo che l'Assemblea UI si era trovata a discutere della vicenda nel giugno del 2020 quando il consigliere rovignese Gianclaudio Pellizzer - abbracciando la causa di Zilli - aveva chiesto la sua reintegrazione nell'organico del Centro. A Pellizzer, che aveva esibito le lettere di appoggio di sindaco, vicesindaco e Comunità degli italiani di Rovigno, il presidente dell'Assemblea, Paolo Demarin, aveva risposto che "non si può sindacare su una causa" mentre il direttore del Centro di Ricerche storiche, Raul Marsetich, presente alla riunione reclamando il rispetto dell'autonomia dell'ente aveva dichiarato: "Il licenziamento di Zilli è una decisione interna dettata da esigenze oggettive che non ha nulla di personale o politico".


Lionella Pausin Acquavita