Comunità italiana spaccata in due con una parte propensa a cambiamenti radicali e l'altra a un ritocco più soft dell'atto che disciplina funzionamento e l'organizzazione dell'UI. La bozza definitiva inviata in discussione ed elaborata dal Comitato per lo Statuto e il Regolamento sulla base delle indicazioni ottenute in precedenti dibattiti prevede - e sono solo le novità maggiori - la cancellazione del voto diretto per i presidenti di Unione e Giunta e la loro nomina da parte dell'Assemblea che avrà un numero minore di consiglieri nonché una strutturazione federalista che vede le Comunità degli italiani operanti in Slovenia associate all'UI con sede a Capodistria che a sua volta si associa all'UI di Fiume. Soluzioni che non convincono parte dei consiglieri e neanche alcune Comunità degli italiani riunite in questi giorni per dar indicazioni di voto ai propri rappresentanti. Quelle maggiori, come Pola e Fiume non riescono a digerire la riduzione dei propri delegati che sarebbero dimezzati mentre in tanti lamentano la soppressione del voto universale per le massime cariche UI che rappresenterebbe -dicono- un ritorno al passato ma soprattutto come un’erosione della democrazia. Ci sono poi altre divergenze di opinione come quelle sull'incompatibilità delle cariche dei vertici UI che stando alla nuova proposta non potrebbero ricoprire funzioni politiche a livello locale, regionale o statale e neanche nelle Comunità, istituzioni, enti e società fondate dall'Unione mentre- questo il rimprovero- non si nominano i Consigli delle CNI croati e le CAN slovene. Le discrepanze naturalmente non si fermano qui ma comunque vada sarà l'Assemblea, autonoma e sovrana, a decidere questa sera a Cittanova il futuro ordinamento dell'Unione italiana e a porre fine - si spera- alle accuse di ingegneria elettorale che vengono lanciate dall' una e dall' altra parte. È in mano ai consiglieri -dunque- il compito di decidere con responsabilità e giudizio il futuro della CNI.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria
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