L’invito dell’Unione Italiana a non aderire al nuovo Bando dell’UPT per accedere ai fondi della Regione FVG nasce da problematiche pregresse che, secondo i vertici dell’organizzazione minoritaria, rischierebbero di ripetersi anche in questa occasione.

"Il Bando per il 2020, come quello per il 2019”, secondo l’UI, “mantiene, nella sostanza, le medesime interpretazioni restrittive della norma regionale del Friuli Venezia Giulia esistente e non esprime affatto criteri di premialità, bensì preoccupanti elementi di destabilizzazione". “Una scelta” definita “né adeguata, né appropriata, in quanto non corrisponde alle reali necessità dei connazionali e non appare coerente con i contenuti e le premesse del dialogo aperto con le autorità regionali”.

L’organo commissariale dell'UPT, inoltre, “avrebbe predisposto una proposta di Statuto dell’Ente Morale triestino che non prevede la presenza nel Consiglio di Amministrazione della stessa di alcun rappresentante dei principali attuatori e beneficiari dei mezzi che lo stato italiano destina in favore della CNI in Croazia e Slovenia, come neppure dei rappresentanti delle Associazioni degli Esuli Istriani, Giuliani, Fiumani e Dalmati in Italia”.

Non aderire sarebbe, secondo l’Unione Italiana, un modo di difendere la soggettività della Comunità Nazionale Italiana che vorrebbe invece giocare finalmente un ruolo centrale ed autonomo.

Barbara Costamagna

Foto: MMC RTV SLO/UPT
Foto: MMC RTV SLO/UPT