Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

Il governo non fa proprio l’emendamento della Sinistra che vuole cancellare la dichiarazione di nazionalità, religione e lingua d’uso dalla legge sulla residenza ed è stupito che il Partito del centro moderno e Nuova Slovenia abbiano depositato un emendamento dello stesso tenore. Lo ha detto il segretario di stato Franc Kangler nel corso della discussione in aula. Il governo avrebbe infatti preparato un suo emendamento all’articolo in questione, che sarebbe stato armonizzato con i leader dei partiti di maggioranza, in cui la dichiarazione di nazionalità, lingua e religione non sarebbero più obbligatorie, ma facoltative. In ciò, per Kangler, non ci sarebbe nulla di incostituzionale, tanto la dichiarazione facoltativa di nazionalità c’era già nella legge fino al 2016, senza che alcuno avesse nulla da ridire. Per il Partito del Centro Moderno, invece l’accordo tra le forze di governo sulla questione non ci sarebbe. In aula il dibattito a tratti si è trasformato in bagarre, con un serrato confronto tra la Sinistra, Kangler, ed i Democratici. I primi hanno parlato di una raccolta di dati inaccettabile che porta verso uno stato di polizia ed hanno rievocato lo spettro dei “cancellati”, mentre dai banchi del maggior partito di governo non sono mancati toni patriottici ed è stato ribadito che non ci sarebbe nulla di male nel chiedere la nazionalità. Oltre alla Sinistra e al Partito del Centro moderno a favore della cancellazione della norma si sono dichiarati anche il Partito di Alenka Bratušek, i Socialdemocratici ed il partito di Marjan Šarec.

Stefano Lusa