Ondina Gregorich Diabaté Foto: Radio Capodistria/Lara Drčič
Ondina Gregorich Diabaté Foto: Radio Capodistria/Lara Drčič

Immediata la risposta di Ondina Gregorich Diabaté agli appunti mossigli dal presidente della CAN capodistriana Fulvio Richter e ad Alberto Scheriani. Un chiarimento non avvenuto anche perché, scrive la Gregorich Diabaté, le sarebbe stato chiesto a posteriori, “dopo che il comunicato con le accuse del Consiglio”, era già stato inviato alla stampa e “pubblicato sul sito ufficiale della CAN di Capodistria”.

La consigliera parla di “punti di vista (…) inconciliabili”, anche se, secondo lei, “restano di fatto delle verità oggettive”, che si premura di elencare nel suo lungo post. Per prima cosa la Gregorich Diabaté rassicura il presidente Fulvio Richter di essersi “letta molto bene” tutta la legislazione che regola l’operato della CAN e non solo, rigettando le accuse di impreparazione da lui mossegli.

Ripercorre poi la genesi che ha portato alle tensioni in corso, che a suo dire sarebbero iniziate lo scorso dicembre quando “sul bollettino ufficiale della CAN” fu “accusata di aver danneggiato la CNI per via dell'uscita” dal gruppo consiliare; senza avere, però, la possibilità di replicare sulle pagine di questa stessa pubblicazione.

Si chiede poi “in quale istituzione della CNI sarebbero entrati i partiti”; o se invece si stia “sindacando” sulla “libertà di espressione di consiglieri eletti ”. Questa situazione, secondo lei sarebbe stata, invece, “creata da chi ha posto la questione al Consiglio comunale in quel modo e da chi, si ostina, a nascondersi dietro l'istituzione CAN e dietro un consiglio”; “ove”, commenta ironicamente “il dibattito ed il confronto si sprecano” (il riferimento è chiaramente ad Alberto Scheriani).

Per quanto riguarda il gruppo consiliare, la Gregorich Diabaté afferma che “non si è mai” riunito (almeno in sua presenza) e concorda con Scheriani sul fatto che non c’è mai stata “sintonia”; come dimostra anche il recente voto in merito alla denominazione della regione dove lei hai sostenuto il nome 'Istra-Istria', mentre Steffè, Scheriani e la CAN hanno ritenuto “accettabile anche 'Slovenska Istra-Istria Slovena'”.

Infine per quanto riguarda la sua segnalazione al Comitato dei garanti per l’assenza di una redazione del bollettino informativo della CAN capodistriana, Gregorich Diabaté ribadisce che l’'InForma' “sottostà eccome alla legge sui Media”, poiché si tratta di “un bollettino ufficiale di un ente pubblico, finanziato da mezzi pubblici, pubblicato on-line” e distribuito tra centinaia di soci e perciò dovrebbe rispondere a “precise norme statutarie". Inoltre, se richiesto, dovrebbe fornire la possibilità “di rettifica" a tutti coloro che ne sentano la necessità.

Non basta quindi dire che “questo è giornale della CNI”, conclude la Gregorich Diabaté, che commenta che una tale risposta non fa che alimentare ulteriormente i suoi timori che “la conclamata trasparenza invocata da Steffè sia andata a farsi benedire”.

Barbara Costamagna