Franco Juri e Romano Sauro Foto: Radio Capodistria/Stefano Lusa
Franco Juri e Romano Sauro Foto: Radio Capodistria/Stefano Lusa

La richiesta sarebbe partita da chi l’aveva promossa sui social. A confermarlo durante la presentazione del libro a Pirano è stato Kristjan Knez, il presidente della Società di studi storici e geografici. Manuela Rojec, presidente della Comunità degli italiani “Giuseppe Tartini” non ha risparmiato strali contro coloro che si nascondono dietro a pseudonimi sulla rete. “Quello che la preoccupa – ha detto - è che la polemica si fa di nascosto, dietro a nomi falsi, da persone che, probabilmente, nel quotidiano consideriamo amiche”. La Rojec ha riconosciuto, però, il coraggio a chi si è esposto mettendoci la faccia e chiedendo che l’evento fosse proibito. Dispiace, ha rimarcato la presidente, che le quotidiane manifestazioni della comunità vengano notate solo pochissime volte e che ora che ciò avviene, è solo per sentirsi dire che si promuovono eventi all’insegna del fascismo.

La Comunità degli italiani, ha chiosato Kristjan Knez ha “osato” proporre una discussione su quel passato che si vorrebbe, ancora, dissolvere nell’acido. Per Knez ciò dimostra che una parte dell’opinione pubblica e della società civile non è incline al dialogo, al confronto, alla pluralità[LS1] . Secondo Knez, infine, non esistono argomenti “sacri” che non possono essere affrontati criticamente.

Knez ha poi tratteggiato la figura di Sauro spogliandola del mito che si era creato durante il regime fascista e che poi ha continuato ad aleggiare su di lui. Insieme a Romano Sauro -l’autore del libro - lo hanno dipinto come un marinaio cosmopolita di ideali non precisamente definiti, ma più che altro mazziniani. Un patriota e non un nazionalista, che nulla aveva a che fare con il fascismo, che prese forma solo dopo la sua morte.

Romano Sauro non si è scomposto per nulla a causa delle polemiche, limitandosi a commentare che intorno a suo nonno esiste molta ignoranza. Più che le celebrazioni retoriche in onore della sua memoria preferisce raccontare alla gente chi era veramente Nazario Sauro. Non a caso, mentre a Trieste si rievocavano solennemente i cent’anni dalla sua impiccagione, lui era in un carcere minorile a Palermo a incontrare i giovani detenuti.

Proprio con i ragazzi delle scuole italiane parlerà giovedì prossimo a Capodistria, prima di presentarsi in serata alla locale Comunità degli Italiani. Sarà una delle ultime tappe di “Sauro 100. Un viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia”. Non è la prima volta che Romano arriva nella città che diede i natali a suo nonno. Oggi a Capodistria non c’è nessuna targa che lo ricordi. Forse i tempi saranno maturi quando si farà Sauro 200 ha detto scherzosamente il nipote a cui piacerebbe che il nonno fosse ricordato semplicemente come un marinaio che ha combattuto ed è morto per la libertà. “Non la sua - ha aggiunto - ma la nostra sicuramente”.