Marin Corva Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić
Marin Corva Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić

Gli appartenenti alla Comunità nazionale italiana di Croazia e Slovenia chiamati, l’8 luglio prossimo, a rinnovare i vertici dell’Unione Italiana. Marin Corva, che concorre per la presidenza della Giunta esecutiva, si presenta con il motto “Uniti per l’Unione” che candida Maurizio Tremul alla presidenza UI. E se Tremul non avrà concorrenti, Marin Corva dovrà vedersela con Sandro Damiani. Ecco come ha risposto alle domande di Lionella Pausin Acquavita, Marin Corva.

Ho sentito il bisogno di mettermi a disposizione della mia realtà, della mia minoranza. Nel periodo preelettorale sono stato contattato da numerosi amici che mi hanno sollecitato e spinto a farlo. “Hai le competenze giuste, l’esperienza maturata sia all’ interno dell’Unione Italiana che in seno alla Comunità degli Italiani di Fiume e rappresenti la nuova generazione” mi dicevano conoscendo il mio impegno sia in seno al sodalizio fiumano che quello nella massima istituzione minoritaria. Il fatto di conoscere a fondo meccanismi e dinamiche del nostro mondo mi fa vivere questa candidatura con la massima tranquillità, con grande serenità. Da trent’anni, con alti e bassi, sono attivo a Palazzo Modello; da quando sono diventato maggiorenne ho fatto parte dell’Assemblea della CI e in quest’ ultimo periodo ho ricoperto anche la funzione di presidente dell’esecutivo comunitario. Avendo le capacità e conoscenze, ma soprattutto la cosa che reputo più importante e che è il senso di appartenenza alla CNI, non potevo rimanere fuori dalla corsa, non mettermi a disposizione dell’Unione Italiana. Desidero contribuire alla crescita della nostra realtà e ad apportare quel rinnovo generazionale indispensabile per il nostro futuro.

Dicono che lei parta avvantaggiato perché impiegato nell’ amministrazione UI nonché segretario della Giunta esecutiva.

Si, diciamo che questo è uno dei miei punti di forza. Sono dipendente dell’Unione Italiana e in costante contatto con le Comunità degli Italiani. Ma reputo un vantaggio anche il fatto di aver presieduto il Comitato esecutivo del sodalizio fiumano; una realtà complessa che mi ha fatto capire i punti di vista dei cosiddetti beneficiari. Sarebbe stato stupido da parte mia non mettermi a disposizione dei connazionali avendo maturato queste esperienze. Il fatto che io conosca l’assetto dell’Unione Italiana, le persone che operano nelle Comunità degli Italiani, nelle istituzioni, che comprenda la realtà del territorio non può che essere un fatto positivo. Sicuramente saprò affrontare con la massima professionalità e disponibilità i problemi che man mano si presenteranno. Permettetemi di dire inoltre che per indole sono una persona molto comunicativa, mi piace dialogare con tutti e prova ne è la settantina di persone, dirigenti comunitari e scolastici, che stanno dietro alla mia candidatura: quelle che mi hanno convinto a presentarmi al voto dell’8 luglio prossimo.

Vuole portare avanti una campagna propositiva. È possibile?

Si. Voglio una campagna positiva concentrata su me stesso, sui miei obiettivi ed il mio programma elaborato assieme a Maurizio Tremul. Torno a ripetere, in questi anni sono riuscito ad instaurare ottimi rapporti che definirei di amicizia con esponenti della minoranza di tutti i profili e di ogni convinzione. Tra quanti mi sostengono ci sono persone che rientrano nella cerchia di quello che è stato “Orgoglio italiano” ma anche del gruppo “La svolta” o di chi ancor prima si riconosceva ne “L’Unione per la Comunità”. Rimango convinto che alla base del nostro operato e della nostra minoranza ci deve essere il confronto costruttivo, il dialogo e non attacchi “ad personam” portati avanti con mezze verità per non dire con bugie e strumentalizzazioni. IO mi concentrerò solo ed esclusivamente su quelli che sono i miei punti di forza e sul mio programma.

Un programma elaborato con Tremul. Come mai la scelta di scendere in pista assieme a lui?

È semplice. Conosco Maurizio da quando mi sono impiegato in Unione Italiana. In questi dodici anni abbiamo collaborato su tante cose ed è stato lui, dieci anni fa, a chiedermi di diventare segretario della Giunta esecutiva. Il nostro è stato sempre un rapporto corretto, basato sulla fiducia ed il rispetto. Tutti sanno che Tremul è un grande lavoratore; ha tanta esperienza, tante conoscenze e tanti contatti. È una persona con la quale sono riuscito sempre – anche se a volte eravamo su posizioni diverse- a risolvere le questioni aperte. Sono convinto che sarà così anche in futuro. È chiaro che su alcune cose le nostre posizioni non sono identiche ma abbiamo un programma che condividiamo e che ci accomuna. Sarà questo, affiancato alla costante disponibilità al dialogo, il punto di forza che ci farà trovare sempre la strada comune. Per il bene non solo nostro ma per quello di tutta la Comunità nazionale italiana.

Come intende garantire l’autonomia dell’esecutivo UI?

Sono fermamente convinto che i due ruoli, quello di presidente UI per il quale si candida Maurizio e quello di presidente delle Giunta per il quale mi candido io, sono funzioni distinte con competenze e obblighi diversi. Non credo che ci saranno problemi. Io mi occuperò delle questioni operative e lo farò sicuramente in piena autonomia naturalmente dialogando con tutti e anche – lo si è fatto pure in passato- con il presidente dell’Unione Italiana. La decisione finale sarà comunque mia anche perché, permettetemi di dirlo, non potrei permettere che qualcun altro decida su questioni che saranno mia responsabilità e per le quali dovrò rispondere personalmente. Anche dal punto di vista penale.

Ha annunciato che qualora eletto avvierà subito l’iter per le modifiche dello statuto UI specie in quella parte relativa alla Giunta esecutiva.

Si, noi abbiamo bisogno di modificare lo statuto. Da persona concreta e concentrata su questioni operative devo dire che, per una realtà complessa come quella dell’UI, un esecutivo composto da 5 membri non basta. Quello della Comunità di Umago ne ha sette, Fiume addirittura nove. Sono del parere che una Giunta UI più numerosa sia indispensabile sia per la mole di lavoro che deve affrontare sia per dare maggiore vivacità ed importanza all’ organismo. Questa naturalmente è la mia opinione e la cosa andrà definita dalla futura Assemblea. Sempre in relazione allo Statuto andrebbero definite le modalità di decentralizzazione del potere. Oltre che a gruppi di lavoro che coadiuvino l’attività dell’esecutivo vorrei avere degli Attivi consultivi più coinvolti, più forti, più partecipi nelle decisioni finali.

Il vostro è un programma con 11 punti. Sintetizzando, quali vanno ricordati?

Per noi sono molto importanti gli attivisti, i responsabili delle Comunità degli Italiani che vanno aiutati in tutto e per tutto. I servizi amministrativi continueranno ad essere disponibili al massimo nel dare supporto ed aiuto a tutte le istituzioni della CNI. La scuola, e qui mi riferisco a tutta la verticale dagli asili alle Università, deve diventare un punto di forza basato sull’eccellenza. Le istituzioni devono essere alla base del nostro operato; non dimentichiamo che hanno un ruolo importante anche perché danno lavoro in lingua italiana a numerosi nostri connazionali. Poi naturalmente ci occuperemo dei giovani, dell’aspetto economico, ci concentreremo su quelli che sono i nostri diritti, collaboreremo con quante più persone per ridare coesione alla nostra Comunità che deve intensificare i rapporti con la Nazione Madre e l’Unione Europea.

L’ Unione Italiana non sta vivendo un buon momento

È vero. La situazione è molto complicata. Stiamo attraversando un momento di crisi che non è solo finanziaria. Più grave è quella d’ identità. Le persone che mi stanno aiutando e che mi sostengono mi danno tranquillità e sicurezza. Sono certo che la CNI abbia un futuro; un futuro basato sulle sinergie positive, su quei valori che ci accomunano e che fanno di noi comunità italiana.

Perché votare Marin Corva?

Per diversi motivi. Se vogliono il tanto auspicato ricambio generazionale e le riforme necessarie a renderci una Comunità moderna e al passo coi tempi. Se desiderano che a capo dell’esecutivo ci sia una persona competente, esperta e giovane. Se vogliamo avere una Unione Italiana basata sul dialogo e la collaborazione e una minoranza italiana coesa, pronta a raccogliere le critiche costruttive ma anche a rigettare inutili scontri e polemiche.

Di Lionella Pausin Acquavita