In quella poesia che da sempre caratterizza maggiormente la letteratura della minoranza italiana, Lidia Delton, scomparsa martedì all'età di 69 anni, è stata voce del dialetto: e per la continuità poetica resa all'arcaico idioma della sua Dignano si era affermata come una delle autrici dialettali più genuine. Tanti i riconoscimenti ottenuti edizione dopo edizione al concorso d'arte e cultura Istria Nobilissima, ma anche in un ambito più vasto i suoi versi in istrioto dalla forte carica espressiva non erano passati inosservati. E quel piccolo mondo antico dignanese che ha rappresentato il riferimento costante della sua poesia è stato al centro degli interessi anche della cultrice delle tradizioni popolari, a cui ha dedicato altri suoi libri. "I bumbari - gli italiani di Dignano, ndr - come granelli di polvere non finiranno mai di esistere", aveva detto anni fa in occasione dell'uscita della sua raccolta "Granai de pulvaro" (Granelli di polvere) pubblicata dall'Edit di Fiume. Diplomata al liceo di Pola e laureata in Pedagogia all'Università di Zagabria, Lidia Delton ha lavorato a lungo nella scuola dell'infanzia, dove ha ricoperto anche incarichi direttivi, è stata per anni presidente della Comunità degli italiani di Dignano, e nell'assemblea e nella presidenza dell'Unione italiana. Meno fortunata la carriera politica: sindaca della località istriana dal 1993 al 2001 fu riconosciuta colpevole di malversazioni in una tormentata vicenda di vendita di terreni comunali e condannata a quattro anni di carcere. Alla notizia della sua morte, avvenuta dopo lunga malattia, tante le testimonianze di cordoglio. E tra gli altri la ricorda con gratitudine l'Unione italiana, come "stimata cultrice dell'identità delle nostre terre, della nostra cultura e delle nostre tradizioni" .
I funerali si svolgeranno a Dignano in forma privata. (ornella rossetto)

Foto lavoce.hr
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