Per raccontare Anita Bologna - antico cognome isolano, tiene a spiegare lei - non si potrebbe iniziare che dal bellissimo sorriso e da uno sguardo in cui brillano dei magnifici occhi blu. Di un blu profondo come il mare della sua Isola, che dopo tanto tempo porta ancora nel cuore. La passione per l'handmade arriva da lontano, perché fin da ragazzina Anita Bologna ha fatto la sarta. Un'abilissima sarta: la sua specialità erano gli abiti da sposa e da sera. Poi, nel 2001, suo marito va a lavorare in Brasile, e lei lo segue. " Siamo rimasti in Brasile cinque anni. E lì mi sono sbizzarrita in mille cose, perché non avevo niente da fare e i figli erano già grandi. Ho cominciato con le perline, le stoffe, i ricami. E una volta tornata a casa ho cominciato ad andare a scuola di patchwork, una passione che continuo a portare avanti ... insieme a tutte le altre cose che mi vengono in mente"
Tra i lavori esposti a Casa Manzioli, un tripudio di colori, fantasia e manualità, anche un patchwork che questa raffinata interprete dell'arte del cucito ha realizzato, la scorsa primavera, per il 5° concorso internazionale del festival Verona Tessile. Ha come protagonista papa Francesco. "Papa Francesco per me è una persona speciale. E dato che in Argentina usava molto la vespa, ho fatto una vignetta che lo raffigura mentre va alla Porziuncola di Assisi a prendere San Francesco per portarselo a Roma in vespa".
Anita Bologna, che il 16 ottobre terrà a Isola un laboratorio creativo, è molto legata alla sua città natale, che ha lasciato quando era ancora bambina nei primi anni Cinquanta. "Sono isolana in tutto e per tutto. E poi qui ci sono mia sorella, le mie nipoti, le tombe dei miei genitori. Si sente un po' isolano perfino mio marito che è piemontese. Anche i miei figli adorano la città. Insomma, terra nostra. È l'isola che c'è".

Ornella Rossetto

Foto Radio Capodistria
Foto Radio Capodistria