(Foto: DZ/Matija Sušnik)
(Foto: DZ/Matija Sušnik)

Non basterà più la conoscenza della lingua italiana a livello C1 riferito allo standard europeo di conoscenza di una lingua straniera per impiegarsi nelle scuole della CNI ma sarà necessario invece conoscere la lingua d’ insegnamento a livello di madrelingua. “ L’obiettivo principale- oltre che all’elevamento della competenza linguistica dei docenti - è stato proprio quello di rafforzare la pariteticità della lingua italiana e slovena nei territori nazionalmente mistI ed equiparare le nostre scuole a quelle della maggioranza come ci viene garantito dalla Costituzione e da tutta un’ altra serie di accordi e trattati internazionali” ha spiegato in questi giorni e anche oggi alla Camera di Stato il deputato al seggio specifico Felice Žiža che ha illustrato e difeso la proposta concordata assieme al rappresentante della minoranza ungherese ed elaborata per mesi dai rappresentanti ed esperti delle due etnie.
Una proposta fatta propria dai partiti della coalizione di governo e da quelli vicini all’esecutivo Janša ma dall’ altra parte respinta da quelli del centro-sinistra. Così nelle dichiarazioni di voto i deputati del Desus, del Partito nazionale sloveno, del Partito Democratico sloveno e di Nuova Slovenia hanno espresso pieno appoggio alle novità definendole come “valide misure nel miglioramento della qualità educativa e nell’affermazione della multiculturalità che caratterizza alcune aree del paese che sono ricchezza di tutta la nazione”.

“Sì all’affermazione e all’implementazione dei diritti delle minoranze ma non con una riforma poco elaborata e non in armonia con le normative generali inerenti al sistema scolastico sloveno” il fil rouge caratterizzante per i partiti dell’opposizione che hanno votato contro la proposta. Alcuni, come la Lista Majan Šarec, hanno lamentato la disparità legislativa tra scuole italiane e ungheresi che per altro -va specificato- funzionano con modelli diversi. Socialdemocratici e Levica invece si sono richiamati alle osservazioni del ministero all’istruzione e relative agli esami d’idoneità, al personale tecnico-amministrativo, agli aggiornamenti professionali mentre la Lista Alenka Bratušek -che si è astenuta dal voto - ha evidenziando le future ulteriori difficoltà d’ impiego in un settore già di per se problematico per quanto riguarda i quadri.
Nel corso delle dichiarazioni di voto è stato più volte ricordato pure il parere negativo dato alla proposta dalla Commissione cultura e istruzione del Consiglio di Stato, Consiglio che - ricordiamo - ha la facoltà di veto.

Lionella Pausin Acquavita