“Il patrimonio immobiliare dell’Unione Italiana non corre alcun rischio o pericolo e l’interrogazione, sicuramente fatta in buona fede, è basata su notizie infondate”. Questo il riassunto della lunga lettera inviata ai due parlamentari italiani e nella quale il presidente, Maurizio Tremul, spiega che “non sussistono vincoli giuridici dell’UI nei riguardi degli obblighi finanziari delle Comunità degli Italiani, associate che mantengono soggettività e responsabilità giuridica autonoma”. Perciò le pendenze fiscali nei confronti dell’erario croato maturate dalle Comunità degli Italiani di Valle e Zara e alle quali si cerca di porre rimedio, non possono in alcun modo minacciare le sedi dei due sodalizi iscritte in proprietà all’UI. “Queste non possono in alcun modo venir ipotecate o alienate per far fronte agli impegni delle rispettive CI”, spiega la lettera nella quale si ricordano “i costanti controlli fiscali dei Revisori dei Conti di Italia, Slovenia e Croazia a cui è sottoposta l’Unione Italiana, verifiche che hanno sempre certificato la correttezza amministrativa e finanziaria. Anche perciò non sussistono ragioni per modificare la titolarità dei beni e assegnarli alla rete consolare”, rileva ancora la missiva che invita i due parlamentari a conoscere più da vicino la CNI di Slovenia e Croazia e ricorda “se in queste terre, oggi è viva la presenza della lingua e della cultura italiana, il merito è degli Italiani rimasti e delle molteplici attività portate avanti dalle loro istituzioni”.

(lpa)

Foto: Archivio personale
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