Tutto secondo programma alla Scuola media Pietro Coppo di Isola dove gli alunni, secondo il modello C, sono in classe a settimane alterne, ad eccezione dell'ultimo anno che fa lezione sempre in presenza. Unico inconveniente gli studenti del buiese che frequantano la Coppo, e che hanno più di 15 anni, per arrivare stamane in Slovenia si sono dovuti sottoporre al test rapido in Croazia. Nessuna deroga in proposito nonostante i solleciti dei rappresentanti della comunità nazionale italiana. Poca flessibilità da parte di Lubiana, ha lamentato il preside Alberto Scheriani, intervenuto nella trasmissione Glocal.

"Tutto normale, più o meno. I ragazzi sono venuti, gran parte anche i ragazzi del buiese e quindi, per venire a scuola, hanno dovuto fare il test rapido in Croazia. Già con domani abbiamo organizzato i primi test rapidi, perché alcuni hanno una validità di soli due e quindi da questo punto di vista già con domani abbiamo organizzato i nuovi test, il grosso arriverà venerdì quando i ragazzi andranno insieme anche ai nostri professori a sottoporsi al test antigenico presso l'ambulatorio di Isola. E' un impegno non indifferente per la scuola, per i ragazzi e alla fin fine anche per l'ambulatorio perché anche loro sono impegnati constantemente su questo fronte, la speranza è che pian piano non ci sia più la necessità di farli, che ci siano quanto meno malati di covid e che si possa tornare quanto prima alla normalità."

Nonostante l'impegno profuso, da lei stesso ma anchedal deputato al seggio specifico Felice Žiža, non è stato possibile trovare delle deroghe al tampone obbligatorio per i transfrontalieri, per questo specifico caso, tenendo conto che le scuole in Slovenia erano chiuse dal primo aprile e il paese in lockdown fino a ieri, Scheriani.

"No, devo dire che il Governo è rimasto molto fermo su questo, sui confini penso che il Governo abbia un un'idea particolare. Questi confini sono praticamente chiusi con tutte queste limitazioni, queste deroghe, queste eccezioni sono veramente poche, e quindi non è stato possibile far niente, insomma pochissimo. Una delle proposte era anche quella di fornire ai ragazzi, transfrontalieri, un certificato di frequenza, in modo da poter entrare in Slovenia e poi appunto fare il test assieme agli insegnanti, subito stamane alle 7. Ma non è stato possibile. Da questo punto di vista credo si poteva fare una deroga e venire incontro alle famiglie, venire incontro alle scuole, venire incontro a tutti noi. Ci vuole più flessibilità, ma molta più flessibilità soprattutto qui sul confine, a cavallo del confine." (ld)

Foto: Radio Capodistria/pietrocoppo.net
Foto: Radio Capodistria/pietrocoppo.net