Dopo Buie, Rovigno, Sissano e Torre analizzate nel 2019, la ricerca condotta da Loredana Bogliun, Andrea Debeljuh e Aleksandro Burra è proseguita nel 2020 con i rilevamenti in altre 10 località bilingui della penisola tra le quali, Cittanova, Grisignana, Portole, Dignano, Gallesano, Valle, Umago e Pola ma anche Momiano e Salvore. Una raccolta di dati che parte dal bilinguismo visivo con l’analisi della segnaletica stradale, delle insegne, manifesti e così via per arrivare al rispetto del bilinguismo in tutte le sue forme - dunque dal parlato alla modulistica - negli enti locali, nelle aziende pubbliche e private e fino alla percezione della lingua minoritaria tra i dirigenti di comuni e imprese. “I dati dimostrano che - se escludiamo Pola- solo la toponomastica ovvero la denominazione delle vie, piazze e strade il bilinguismo viene rispettate al cento per cento e poi va man mano attenuandosi con l’80% nella segnaletica stradale, con il 50% nei manifesti e avvisi per diminuire ancora nella pubblicazione degli atti e modulistica” spiega Andrea Debeljuh che rileva: “L’italiano è in regressione nel senso che non viene utilizzato pariteticamente a livello pubblico e sociale anche se sondando le persone che lavorano a diretto contatto con l’utente e dunque sportellisti, cassieri e così via nel 91% dei casi rispondono di capire l’italiano mentre l’80% lo parla”. Secondo Debeljuh anche perciò sarebbe molto utile - dopo una terza fase di ricerca con rilevamenti nelle rimanenti località bilingui, arrivare alla quarta fase che includerebbe l’analisi socio-psicologica della popolazione italofona. “Si andrebbe ad analizzare noi stessi e capire quanto ci sentiamo liberi di parlare l’italiano in pubblico, dove lo usiamo, con chi lo usiamo, perché lo facciamo in poche parole uno studio che ci farebbe capire e indicare gli strumenti per agire sulla minoranza stessa affinché si faccia rispettare” ha affermato il ricercatore non mancando però di ricordare che la ricerca già adesso propone alcuni interventi prioritari quali: l’introduzione dello studio della lingua italiana quale lingua dell’ambiente sociale nelle scuole della maggioranza, l’uniformità delle norme di tutela del bilinguismo, il monitoraggio della sua attuazione integrale con delibere e disposizioni sanzionatorie e di controllo.
Da rilevare ancora che nel corso della seduta gallesanese, Tiziano Suran che è ideatore e promotore di “Mosaico Istriano” ha illustrato il lavoro finora svolto, l’analisi dei risultati conseguiti e i progetti futuri della piattaforma multimediale promossa dal Consiglio mentre il presidente Gianclaudio Pellizzer ha presentato - a conclusione del mandato quadriennale dell’amministrazione regionale - un’analisi relativa alla tutela della CNI nella Regione Istriana. “Lamentiamo poca collaborazione con le autorità regionali che in quest’ultimo periodo non hanno avuto grande sensibilità nei confronti dei problemi e aspettative della componente italiana” ha affermato ai nostri microfono Gianclaudio Pellizzer rammaricato dell’assenza alla riunione di chi in Regione rappresenta la minoranza: la vice zuppano Giuseppina Rajko e l’assessore, Tea Batel.
Presenti alla seduta di Gallesano, in qualità di ospiti, invece il deputato italiano al Parlamento di Lubiana Felice Žiža, il vice-presidente e il direttore dell’Università popolare di Trieste, Paolo Rovis e Fabrizio Somma nonché il presidente dell’Assemblea dell’ Unione Italiana Paolo Demarin.
Lionella Pausin Acquavita

Foto: Radio Capodistria/Lpa
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