"Questa scelta di scendere in campo, mia e di Corva, non era prevista fino a qualche mese fa, ma arriva come un atto di responsabilità, come continuità di quella parte di operato - dell'Unione italiana e della Comunità nazionale italiana - che era buona, equilibrata e basata su sani principi e valori". Esordisce così Furio Radin, invitato a spiegarci le ragioni di questa sua undicesima candidatura per il Parlamento croato e prosegue: "Non è un segreto che al loro interno, UI e CNI, se non divise sono almeno orientate a soluzioni che potrebbero compromettere il loro operato, ed è un operato che è stato varato dai nostri genitori, dai nostri nonni e verso il quale abbiamo una grande responsabilità poiché dobbiamo portarlo avanti". Radin spiega che i termini prescelti per questa campagna e per il futuro operato sono "Unità e comunità" in quanto rispecchiano quella conformità d'intenti dimostrata in quest'ultimo periodo e sostiene: "In questi ultimi sette, otto anni abbiamo fatto passi da gigante nei rapporti con Zagabria, specie per quanto riguarda i finanziamenti; il mio contributo nel procurare le risorse è stato coadiuvato da una saggia politica per il loro impiego soprattutto nel settore delle scuole e dei giovani". In questo contesto il candidato - parlamentare uscente e in quest'ultimo mandato anche vicepresidente del Sabor - non nasconde una certa soddisfazione per la nascita dell'associazione "Viva noi" che unendo giovani e terza età servirà a far "trasmettere un'identità che altrimenti si sarebbe persa". Secondo Radin rimangono importanti le questioni legate al bilinguismo, all'unitarietà, al rafforzamento delle istituzioni."Bisognerà che Italia e Croazia tirino fuori dai cassetti impolverati l'accordo bilaterale sulla tutela delle minoranze che loro hanno firmato, ma del quale solo noi parliamo", rileva ancora Radin che chiamato a commentare le ultime novità della scena politica croata e la candidatura alle politiche del Capo dello stato Zoran Milanović dice: "Noi aspettiamo la decisione della Corte costituzionale; nel mio piccolo, io ho fatto un ragionamento, vedere Mattarella che si candida con un partito alle parlamentari italiane è una cosa inconcepibile; e se è una cosa inconcepibile in Italia lo dovrebbe essere pure in Croazia".

Lionella Pausin Acquavita
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*E proprio poco fa la Corte costituzionale croata ha stabilito che il presidente della Repubblica non può candidarsi alle elezioni politiche come potenziale capo del governo. La Corte risponde con questa sentenza all'annuncio dell'attuale Capo di stato, Zoran Milanović, di intendere candidarsi alle politiche di aprile senza dare prima le dimissioni. (red)

Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić
Furio Radin Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić