"Ce l'aspettavamo, forse non così presto ma devo dire che non ci ha colto del tutto impreparati. La circolare è arrivata ieri sera e prevede la chiusura temporanea del 19 al 23 ottobre per gli alunni dalla sesta alla nona classe".

Una misura che non ha stupito i dirigenti scolastici come ci conferma la preside della scuola Pier Paolo Vergerio il Vecchio di Capodistria, Elena Maglica, che ha appreso come tutti i suoi colleghi qualche ora fa la scelta del governo di chiudere parzialmente e temporaneamente gli istituti scolastici del paese con la speranza che prolungando la pausa a fino dopo le vacanze autunnali si possa avere qualche giovamento per quanto riguarda l’andamento dei contagi nel paese.

"Abbiamo già concordato e testato come avverrà la comunicazione con i ragazzi, ossia utilizzando le aule virtuali. Adesso cerchiamo di ottimizzare il tutto anche cambiando l’orario di lezione per adeguarci alle diverse necessità della didattica a distanza". A spiegarcelo la Prof. Alexandra Rogić preside del ginnasio “Antonio Sema” di Pirano, che sta organizzando il lavoro in sede per gli insegnanti, non nascondendo la preoccupazione per quei ragazzi che restando a casa non avranno a disposizione i mezzi tecnologici per proseguire al meglio il loro percorso scolastico.

Per fornire le stesse opportunità a tutti gli alunni e studenti nelle scuole slovene si sta lavorando come ci ha confermato la Professoressa Maglica: "Stiamo raccogliendo tutte le richieste e stiamo cercando di venire incontro a tutti gli studenti che necessitano di tablet e computer".

Fino all’ultimo le scuole italiane che contano classi meno numerose hanno sperato nella possibilità di poter restare aperte. "Speravamo in un sistema misto", ci ha detto la Rogić, "visto che visti i nostri numeri così piccoli pensavamo in quel caso di poter senza alcun pericolo tenere tutti gli studenti a scuola".

Se la scelta del governo non ha stupito nessuno, ha, però, lasciato un po' di amarezza in alcuni degli operatori che hanno visto in qualche modo tradite le loro aspettative. "Tutti i piani, i progetti del ministero e i vari moduli previsti alla fine non sono stati in alcun modo rispettati e si è scelto solamente di lasciare tutti a casa e siamo tutti un po' arrabbiati per questo", ha concluso la Prof.ssa Rogić augurandosi di poter tornare in aula al più presto.

Barbara Costamagna

Foto: Reuters
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