Foto: Archivio personale/Kristijan Cerovac
Foto: Archivio personale/Kristijan Cerovac

"Mi sono candidato perchè mi sono reso conto che a livello di UI alcune cose non funzionano", ha detto Felice Žiža questa mattina durante il dibattito organizzato negli studi di radio Capodistria. Ci sarebbero, secondo lui, grosse difficoltà di collaborazione tra l'Unione e le altre realtà che rappresentano la Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia e alcuni problemi da risolvere relativamente ai diritti, soprattutto in quest'ultimo Paese.

Il presidente uscente Maurizio Tremul ha spiegato che si ripropone per questo incarico perchè "esiste un disegno molto pericoloso portato avanti anche da forze esterne", volto ad "imbalsamare l'Unione Italiana" per trasferire le sue competenze ad altri soggetti. Per lui questo discorso di collaborazione in realtà nasconderebbe un tentativo di marginalizzazione dell'Unione. Non ha voluto, però, fare nomi parlando in generale di presunte "forze che operano in Italia ed anche in Slovenia e Croazia" per indebolire la sua organizzazione; mentre in realtà ha detto che girando per le Comunità emerge la richiesta di rafforzare il suo ruolo. Žiža ha detto che se Tremul intende come forze esterne coloro che nell'Assemblea dell'Unione Italiana hanno chiesto un cambiamento dello statuto attacca quella che è stata una iniziativa "legittima". "Lo statuto dell'Unione è assolutamente in linea con la legge", ha risposto il presidente uscente, definendo "una menzogna" ciò che si dice di diverso. Žiža ha confermato che se verrà eletto per prima cosa riaprirà il dibattito sullo statuto in modo di evitare che i presidenti rivestano questo ruolo per troppo tempo. Un'iniziativa che per Tremul è, invece, volta solo a togliere la possibilità ai soci di scegliere direttamente il proprio presidente con un'elezione diretta.

Per quanto riguarda il poco interesse registrato per candidarsi nell'assemblea dell'Unione entrambi si sono detti d'accordo sul fatto che bisognerebbe coinvolgere maggiormente i connazionali, anche se la situazione varia da comunità a comunità. Alla riflessione di Žiža sul fatto che già in passato ci siano state più volte candidature uniche sia per l'Unione sia per il Sabor, Tremul ha risposto segnalando che proprio la Comunità degli italiani "Dante Alighieri", nella quale è iscritto Felice Žiža, in questa tornata ha proposto "candidature blindate", scegliendo i candidati in modo nepotistico.

Per entrambi un punto fermo resta l'unitarietà, che viene, però, interpretata in modo diverso. Per Tremul l'unitarietà vede la sua espressione massima nell'Unione Italiana che riveste questo ruolo basandosi su trattati internazionali siglati da tempo ma ancora validi. Anche per Žiža questo deve essere il compito della UI, che in Slovenia dovrebbe essere la prima organizzazione rappresentativa della CNI; ma questo si può raggiungere solo attraverso accordi ben definiti con tutti gli altri attori minoritari, che a quel punto agirebbero sotto il suo cappello.

"Necessario intensificare i rapporti tra tutte le Comunità e i connazionali" per Tremul che ritiene fondamentale l'"aspetto sociale", tanto che in questo anno sono riprese le escursioni culturali e le colonie, dopo che nel 2012 erano state aboliti non per volere dell'Unione. Žiža è intervenuto dicendo che in realtà le gite non ci sono più state perchè è stata la stessa Unione a non chiederle più, cosa che è stata drasticamente smentita dal presidente.

Per risolvere i problemi relativi all'applicazione dei diritti della minoranza in Croazia per Žiža dovrebbero essere istituiti diversi uffici per il bilinguismo e aumentato il numero dei consulenti pedagogici, sul modello sloveno. "Grazie al trattato del '96 che fu redatto da Radin e Tremul", ha ricordato quest'ultimo in molte località il bilinguismo secondo lui è più rispettato che in Slovenia. Esistono poi situazioni particolari come quella di Fiume, nella quale bisogna operare tenendo conto della sua specificità.

I due candidati sono poi intervenuti riguardo la richiesta di maggiore autonomia e indipendenza dalla politica fatta in questi giorni dai parte dei giornalisti della RTV Slovenia. Tremul, che ieri come presidente dell'Unione, aveva espresso solidarietà alle redazioni ha detto che "i politici devono astenersi da intervenire e rispettare l'autonomia delle redazioni". Una posizione simile anche quella di Žiža, che ha ricordato la necessità che i programmi italiani possano contare in futuro su una maggiore autonomia anche finanziaria. Cosa che secondo lui si potrebbe ottenere nella seconda fase di discussione della legge relativa al servizio pubblico radiotelevisivo. Per Tremul bisogna invece operare per la difesa del centro regionale in toto. "Bandi come quello uscito in questi giorni non aiutano certo a creare un clima positivo" (il riferimento è al bando per un posto di lavoro da commentatore pubblicato in questi giorni), ed espongono i programmi italiani a critiche e attacchi. "Sarebbe stato bene fare le cose in modo più accorto", ha concluso Tremul. Žiža ha assicurato che con i deputati del gruppo di maggioranza del territori si sta lavorando per allargare questo tipo di possibilità a tutto il centro regionale.

"Bisogna riconquistare la fiducia delle istituzioni italiane nei confronti della UI e della CNI che è venuta a mancare negli ultimi anni", ha continuato Žiža, e perciò è necessario lavorare per reimpostare i rapporti con la madre patria che secondo lui si sarebbero alterati. Tremul ha parlato di "falsità", visto la collaborazione continuativa che l'Unione ha portato avanti in questi anni con il ministero degli Esteri italiano. Ha ammesso che bisogna "ricostruire i rapporti con l'UPT", che è stata commissariata negli scorsi anni, e con la quale si stanno riprendendo le attività, in stallo anche a causa della pandemia.

Barbara Costamagna