L’Assemblea dell’Unione Italiana nel suo programma di lavoro annuale ha previsto l’avvio del processo di riforma istituzionale e strutturale dell`Unione Italiana che, con la redazione di un nuovo Statuto, porti all`affermazione del decentramento e dell`autonomia delle Comunità degli Italiani e ad una nuova strutturazione dell`Unione Italiana stessa. Questo processo di riforma, segnala l'UI, si svolgerà in più fasi. La prima è incentrata sull’identificazione degli obiettivi e delle finalità che si intendono raggiungere con le modifiche Statutarie.
Per tale motivo è stata aperta la fase di dibattito pubblico, fino al 30 settembre prossimo, incentrato sul progetto politico e sulla visione strategica che si intende perseguire con le modifiche allo Statuto dell’Unione Italiana. Le proposte, idee e suggerimenti possono venir trasmessi all’Unione Italiana anche attraverso l’indirizzo di posta elettronica statuto@unione-italiana.eu.

Ospite della rubrica L'Approfondimento, il presidente di Unione Italiana Maurizio Tremul, promotore dell'iniziativa ci spiega i passaggi salienti del processo di riforma.

"L'iniziativa nasce dalla volontà che abbiamo maturato in noi, e che io sto cercando di portare avanti in maniera coerente, che è quella di coinvolgere il numero quanto più ampio possibile di connazionali nella definizione di quelle che sono le linee strategiche della comunità nazionale italiana. Di statuto se è parlato molto nello scorso mandato; ci sono state anche tante discussioni abbastanza accese, tante polemiche e anche degli scontri. Questa volta la proposta, che io ho fatto ed è stata anche recepita nei documenti dell'Unione, è sostanzialmente quella di dire - non andiamo a modificare lo statuto senza avere davanti un piano molto preciso. E cioè, dal punto di vista strategico cosa vogliamo raggiungere con la modifica, la ristrutturazione o la riforma dell'Unione italiana, che obiettivi vogliamo raggiungere. Qual è la strategia che vogliamo ottenere. Questo è l'obiettivo di questo pubblico dibattito. Quando avremo definito che cosa vogliamo ottenere, dove vogliamo andare, a quel punto definiremo la questione in sede di Assemblea dopo aver fatto questo ampio dibattito con tutto il mondo minoritario, perché noi a differenza di altri vogliamo coinvolgere tutti. Non diciamo- siamo noi gli unici detentori del verbo, della parola o del diritto di dire qualcosa; vogliamo che tutti partecipino!
Poi l'Assemblea definirà quali sono le linee strategiche, gli obiettivi che vogliamo raggiungere, sentita prima la comunità nazionale italiana nel suo complesso e quindi si andrà alla seconda frase che sarà quella dell' identificazione delle modifiche statutarie ovvero del nuovo statuto. Però avendo ben chiaro l'obiettivo che vogliamo raggiungere; che Unione vogliamo avere nei prossimi 10-20-30 anni? Come dovrà essere strutturato, come dovrebbe funzionare, quali obiettivi dovrà perseguire..Quando avremo definito questa strategia sarà semplicissimo definire le modifiche statutarie. Il pubblico dibattito che è già iniziato ai primi di luglio quando abbiamo inviato una circolare, anche qui, a tutto il mondo della CNI chiedendo di mandarci le loro proposte. Ma era luglio, c'erano le vacanze, poi le ferie ad agosto, adesso a settembre però ho deciso di farmi promotore di questi pubblici dibattiti che se sarà necessario prolungheremo un po' anche dopo la chiusura del 30 settembre, in modo tale di dare libera voce a tutti i connazionali."

Come verrà organizzata questa seconda fase pubblica del processo di riforma?

"In questa fase facciamo il dibattito pubblico vero e proprio. Il primo incontro, lo posso annunciare, si farà mercoledì 4 settembre alle ore 18 alla Comunità degli italiani di Buie. E' stato calendarizzato anche uno per la settimana successiva, ma stiamo vedendo anche altre date. Lì incominceremo a discutere sulle riforma strutturale e istituzionale dell'Unione. Nasceranno delle idee, nasceranno delle proposte che io annoterò diligentemente, chiederò che i partecipanti ce li inviino entro il 30 settembre. Questo farà anche da stimolo, io spero che poi verranno i giornalisti i media che faranno, mi passi il termine, da cassa di risonanza nel senso più bello del termine, cioè quello di amplificare la notizia, di diffondere l'informazione a tutti i connazionali. Si attenderanno sia le suggestioni sia le proposte e le indicazioni sia verranno stimolate tramite il pubblico dibattito. Noi abbiamo inviato una circolare alle Comunità degli italiani, all'Assemblea dell'Unione italiana, alle Comunità autogestite in Slovenia, ai Consigli delle minoranze in Croazia, alle scuole, agli istituti prescolari, alle università, alle istituzioni, ai Comites, cioè a tutto quello che è espressione organizzata, istituzionale della comunità nazionale italiana. Abbiamo invitato anche i deputati al seggio specifico a Lubiana e Zagabria, tutti indistintamente avranno l'opportunità di partecipare a questo pubblico dibattito. Mi sembra che negli ultimi anni per una serie di motivi che potremmo anche analizzare sono venuti un po' a mancare questi incontri pubblici in cui non parleremo del sesso degli Angeli e non diremo alla gente quello che deve fare e come si deve comportare o quello che deve pensare; la gente sa pensare con la propria testa, le persone sanno cosa devono fare, chiederemo alle persone quali sono le proposte​ concrete​ per la riforma dell'Unione italiana. Sarà anche occasione per parlare, probabilmente, di altre questioni, di altri punti. Vogliamo ascoltare le persone, quello che vogliono, interloquire con loro sulle proposte e poi arrivare nella seconda e poi terza fase ad avere un nuovo statuto dell'Unione italiana che recepisca queste indicazioni, che possa essere alla fine quanto più condiviso, quanto più vicino ai bisogni e alle necessità dei connazionali anche per far sentire loro la vicinanza delle istituzioni."

Il secondo incontro è programmato per il 10 settembre, alle 18, presso Palazzo Manzioli di Isola. (ld)

Foto: Archivio personale
Foto: Archivio personale