Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Quella di Umago, intitolata a Fulvio Tomizza, scrittore di frontiera nato in queste terre, può essere definita, senz’ombra di dubbio e con cognizione di causa, una Comunità emergente; un esempio da seguire (e non ce ne vogliano gli altri) per tanti sodalizi della penisola. Compatta, solida e decisa nella sua missione: quella del mantenimento della lingua e cultura italiane nell’area dell’alta Istria, territorio particolare dove c’è una più ampia concentrazione di appartenenti CNI ma dove non ci sono istituzioni minoritarie comuni preposte al consolidamento dell’identità nazionale e all’affermazione di una struttura intellettuale volta a garantire la crescita della minoranza. Un ruolo assunto in questi ultimi anni proprio dalla CI umaghese che, diventata il fulcro delle attività di un’area che supera i confini municipali umaghesi, è un po’ il punto di riferimento per tutto l’ex buiese. Un punto di svolta nella crescita è stato sicuramente l’ampliamento e la costruzione della nuova sede che dal 2000 ha dato nuova linfa e nuovo slancio alla Comunità, che è una di quelle aperte 24 ore su 24. Su un totale di 2.000 soci sono più di 200 gli attivisti, dai quattro agli ottant’anni, che la frequentano per partecipare alle prove del coro misto, dei minicantanti, delle filodrammatiche, degli svariati gruppi di ballo e danza moderna, ritmica e aerobica, ceramica, conferenze settimanali e altre attività aperte a tutti. Attività riconosciute come eccellenti e che attirano pure la maggioranza e rendono il “circolo” umaghese un luogo d’incontro e aggregazione gradito a tutti e senza il quale, lo riconosce pure l’amministrazione cittadina, Umago non sarebbe quella che oggi è.

(lpa)