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La rappresentante della CAN di Pirano Nina Spremo ha relazionato sul lavoro svolto dal comitato di controllo dell’utilizzo dei fondi per il bilinguismo nel Comune di Pirano negli anni 2019-2020, dal quale è emerso il fatto che le richieste di utilizzo dell’italiano per le procedure comunali sono poche e si aggirano sul paio di domande all’anno. Un consizionamento che probabilmente viene dal passato secondo alcuni dei consiglieri, visto che gran parte della modulistica è ora, secondo loro, disponibile anche in italiano e quindi è necessario solo iniziare a utilizzare la lingua italiana.

Discussa anche la proposta di decreto per il bilinguismo della CAN costiera attualmente soggetto a discussione pubblica. Onelio Bernetič ha chiesto se ci sono già stati contatti con le istituzioni per capire se il documento, secondo lui fatto bene, verrà poi effettivamente applicato. Il presidente Andrea Bartole ha detto che i sindaci, dagli incontri avuti, sembrano essere disponibili anche se bisognerà aspettare la presentazione ufficiale che avverrà solo nella seconda fase di questo progetto. “Una sensibilità nuova e positiva” pare esserci nella maggioranza secondo il presidente della CAN; sebbene secondo Manuela Rojec forse sarebbe stato meglio coinvolgere nella discussione ancora più realtà. Troppo alte le sanzioni previste per chi non rispetta le norme relative sul bilinguismo per alcuni consiglieri, che ritengono anche necessario che vengano sottolineati più i benefici di essere bilingui rispetto alle pene. La paura è che una lettura superficiale da parte dei rappresentanti delle istituzioni possa inficiare il modo in cui verrà accolto il decreto, e perciò secondo loro sarebbe necessario introdurre nel documento una parte sulla storia del territorio e sulla comunità nazionale.

Infine, si è tenuto un sentito dibattito a partire dalla missiva mandata alla CAN dalla consigliera Nadia Zigante che ha proposto di riflettere su nuove modalità per portare avanti le attività e cercare di sviluppare ulteriormente la CNI; soprattutto dopo questa lunga pandemia che ha causato tanti cambiamenti, ai quali ora bisogna saper rispondere. Bartole ha detto di condividere questa cosiddetta “provocazione” e ha annunciato che, ad esempio, verrà istituito un gruppo di lavoro per recuperare i contatti tra le scuole e la comunità al fine di iniziare a recuperare terreno.

Proposta anche una riflessione su come utilizzare i fondi non spesi in questi mesi, a causa dell'epidemia in corso che non ha permesso di svolgere tutta una serie di attività previste.

Uscire dagli schemi è questa la sfida lanciata in chiusura, magari trovando anche alternative all’attuale sede, che nonostante la sua importanza, a causa della sua posizione rappresenta per molti soci motivo di disagio e un disincentivo alla partecipazione.

Barbara Costamagna