Foto: Reuters
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La prima settimana di agosto ci ha regalato un abbozzo del nuovo governo sloveno, composto da cinque partiti di sinistra, un agglomerato di vecchi e nuovi liberali, pensionati ed ex comunisti, con il probabile appoggio esterno dell' estrema sinistra. I voti in parlamento ci sono, per la nomina del premier. Per la successiva compagine di governo anche, pare. Per governare, chissà.
Il partito di centro destra di Janez Janša, che ha vinto le elezioni ma non ha i numeri, sta a guardare fuori dalla porta. Che dire, se non che in Slovenia l'unica certezza che abbiamo è quella che non è cambiato niente né in politica né nel contesto della cosiddetta società civile. Stiamo assistendo da decenni ad un aspro scontro culturale e ideologico fra una sinistra ancora bloccata ai simboli jugoslavi e titini e una destra che non riesce a compattarsi per presentare un' alternativa.

La prima settimana di agosto ci ha regalato anche la visita, a Capodistria, della nave scuola della marina italiana Caroly. Il ricevimento per il suo arrivo si è svolto in palazzo Pretorio, lo stesso giorno e la stessa ora e più o meno lo stesso luogo in cui si è svolta una strana manifestazione organizzata dall' Associazione dei combattenti sloveni contro la radiotelevisione pubblica, colpevole, secondo loro, di aver messo in onda un' intervista ad uno storico non in linea con la loro rappresentazione della storia recente. Brutta faccenda quando si istiga la piazza contro i giornalisti. Insomma, roba da altri tempi. Ma sì, è agosto, siamo in alto mare.