Molti i fatti e fattacci questa settimana. Andiamo per ordine. Panico da coronavirus nel mondo. Panico anche nell’ interpretazione di un’ epidemia che ormai è planetaria. Anche se l’ epicentro è in Cina, non vuol dire che dobbiamo avere paura di tutto ciò che è cinese. Così come la febbre spagnola del secolo scorso non era una malattia spagnola. Insomma bisogna lavorare sulla prevenzione, sulla cura e sui vaccini.
Febbrili, ma non a causa del coronavirus, le attività politiche in Slovenia, dove questa settimana si è dimesso il governo Šarec. Due le opzioni, come al solito, o si fa un nuovo governo con una nuova maggioranza e un altro colore politico, o si va alle elezioni anticipate. Un’ opzione quella delle anticipate che non piace a più di qualche partito che rimarrebbe fuori dal parlamento, una prospettiva dura da digerire per chi fino a qualche giorno fa era al governo.
Questa settimana abbiamo detto addio alla Gran Bretagna, che ha finalmente realizzato la brexit. Noi dobbiamo ancora capire se la sua uscita dall’ Unione è un fatto o un fattaccio. Sempre questa settimana, da Lussemburgo, la Corte europea ha fatto sapere di non essere competente per decidere sul contenzioso confinario sloveno-croato. Non so se è un fattaccio, di sicuro è un fatto.
Infine, molti i messaggi di solidarietà e vicinanza a Radio Capodistria dopo che è trapelata l’ ipotesi di farla scendere da una delle sue frequenze radio principali, quella che ci collega con l’ Italia e l’ Istria. Un’ ipotesi che, se realizzata, sarebbe sicuramente un fattaccio.

Aljoša Curavić

Radio Capodistria Foto: Radio Capodistria/Stefano Lusa
Radio Capodistria Foto: Radio Capodistria/Stefano Lusa