Foto: Reuters
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Il mondo è più connesso ma le società più chiuse e frammentate. Il populismo avanza nel caos. E' il grido di allarme lanciato in apertura della 73esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite dove questa settimana un centinaio di capi di stato e di governo si sono trovati per dire ognuno la sua. Fra questi anche il presidente sloveno Borut Pahor, che ha parlato di multilateralismo e di diritto internazionale. Chiaro, quest'ultimo, il riferimento al contenzioso con la Croazia, anche se Pahor ha tenuto a precisare di non volerne parlare.
Nel suo intervento, il premier italiano Giuseppe Conte si è soffermato sulla crisi migratoria, che sta mettendo a dura prova i rapporti fra l' Italia e il resto d'Europa.
Il presidente americano Donald Trump si è auspicato ottimi rapporti con l' Iran, però intanto i rapporti sono quelli che sono e la platea lo ha accolto con una sonora risata, quando si è lasciato sfuggire che sta lavorando meglio dei suoi predecessori. Fra le altre cose nel Palazzo di Vetro di New York si è parlato della solita fame nel mondo, dell' inquinamento globale, delle ingiustizie planetarie.
Insomma, come consuetudine, tutti hanno puntato il dito sui problemi che ci assillano, salvo poi rimetterselo in tasca, una volta rientrati a casa.