Fuck off illusion, la mostra in corso nell’ ex magazzino del sale, Libertas, di Capodistria, che racconta l’ itinerario artistico multimediale dell’ americano Brad Downey è sicuramente una mostra da vedere. E’ ospitata nell’ ambito del festival dell’ arte audiovisiva contemporanea, Izis. Detto questo, la mostra offre parecchi spunti di riflessione. A incominciare dallo spazio espositivo, l’ex magazzino del sale,che potrebbe aprire una nuova prospettiva all’ offerta culturale, alquanto limitata, della città, ai contenuti della mostra in se’, che ci offre un Downey ( artista già conosciuto in contesti quali la Tate Modern di Londra) impegnato a smascherare le retoriche del potere. Famosa la scultura in legno raffigurante Melania Trump, commissionata dall’ artista statunitense, che attualmente vive a Berlino, ad un artigiano di Sevnica, città natale di Melania. La scultura è stata data alle fiamme da ignoti quest’ estate. I temi che Downey affronta non sono soltanto temi americani: la violenta retorica anti immigratoria, per noi rappresentata dal filo spinato lungo il confine con la Croazia, le depauperazioni ambientali, per noi rappresentate dall’ espansione del porto che si sta mangiando il mare e la città, il confinamento per covid, dall’ artista subito proprio in Slovenia. Da ultimo, ma non per importanza, le didascalie che accompagnano la mostra. Sono solo in sloveno e in inglese. Sono un’altra illusione perduta, quella della lingua italiana sul territorio quale espressione di una minoranza ormai disillusa e in via di estinzione. Ma sono anche un’ occasione perduta, per gli organizzatori della mostra, per attirare un pubblico più ampio da oltre confine.

Aljoša Curavić