Foto: BoBo
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Tremul duro contro il deputato Žiža, è il titolo di un recente articolo del Dnevnik, uno dei maggiori quotidiani sloveni, marcatamente di sinistra. Alla fine dell’ articolo, il giornalista annuncia l’ inizio della campagna elettorale per le politiche di primavera e ne delinea i soggetti interessati al seggio specifico. Non ricordo sia mai successo. Annunciare la campagna elettorale , sulle pagine di uno dei maggiori quotidiani nazionali, con mesi d’anticipo, partendo da una presunta scissura politica all’ interno della minoranza italiana, è una grazia che non abbiamo mai ricevuto. Non so se porta bene.
Qualche giorno fa ho ascoltato un’intervista con lo storico e giornalista della televisione slovena, Jože Možina. Parlava del suo libro: Slovenski razkol. In italiano sarebbe scisma sloveno. Com’è possibile che più o meno metà dell’ elettorato sloveno innalzi statue a personaggi della storia recente legati al regime jugoslavo, che l’ altra metà vorrebbe processati per crimini, si chiede l’ autore. Intorno a questa domanda ruota la giostra perpetua, bizzarra, della politica e della cultura slovena, dall’ indipendenza ad oggi. Nostro malgrado, su questa giostra ci siamo anche noi, popolo di italiani rimasti, sopravvissuti ai furori ideologici del novecento e snobbati dalla pressoché costante indifferenza dei grandi network e dell’opinione pubblica di maggioranza. Un’ indifferenza che di tanto in tanto lascia il posto ad una rancorosa e strumentale attenzione. Come sta succedendo in questi giorni, quando si scopre che un deputato della minoranza può fare da ago della bilancia in parlamento ed è coautore di un patto pragmatico con la coalizione governativa, di destra. È un deja vu che si ripropone ciclicamente con il solito armamentario di minacce nei nostri confronti (come quella di togliere il seggio garantito in parlamento). Di una cosa ha ragione il giornalista del Dnevnik : la campagna elettorale è iniziata. Il sipario su di noi si è aperto, così come calerà all’ indomani del voto, con l’ amara constatazione che ci resterà soltanto lo scisma.

Aljoša Curavić