Foto: MMC RTV SLO
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Si, non c’è che dire, corrono tempi non proprio buoni, anzi. La cornice geopolitica è da guerra mondiale, quelle meteorologica da apocalisse. Basta un po’ di bora e un periodo prolungato di siccità e subito divampano incendi che bloccano intere aree. Il Carso in questi giorni sembra una zona di guerra. Trieste è una città tagliata fuori dal resto del paese. Bloccati treni e autostrada. A Capodistria siamo al razionamento dell’ acqua. Non succedeva da decenni.
Per fortuna che ci sono le ferie e la gente è in vacanza. In massa, euforica, come se percepisse il pericolo di nuove chiusure. E chissà che non si ripetano, visti i contagi da covid.
Brucia anche la nostra minoranza. Mi fa piacere, si fa per dire, vedere che la minoranza italiana, la sua componente politica o in cerca di un’ identità politica, pur essendo in ferie , indefessa si da’ da fare. Sembra una zanzara senza pace che punge per il gusto di pungere, che critica per il gusto di criticare, narcisisticamente abbarbicata alla tastiera di Facebook per il gusto di apparire ( ma certo, dimenticavo, siamo vicini ad una nuova tornata elettorale, le elezioni amministrative in Slovenia). Come italiani d’ Istria siamo messi male. Ci stiamo consumando come candele. Siamo in pochi, e ci stiamo assottigliando sempre di più, visto quanti sono andati a votare alle ultime elezioni; siamo divisi, rancorosi incapaci di uscire dalla sindrome di Peter Pan. Abbiamo una lingua bellissima, gettonatissima, viva nel resto del mondo, ma rantolante e insignificante su tutto il territorio istriano, di qua e di là dal confine sloveno croato. E la colpa non è solo dei druži.
Buone vacanze.


Aljoša Curavić

Foto: Reuters
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